Sicurezza alimentare e crisi ucraina: quali sono i rischi reali

Sicurezza alimentare, a causa della guerra quali sono le conseguenze? L’organizzazione risponde ad alcune domande

Sicurezza alimentare
Foto Ansa

Da quando è cominiciato il conflitto voluto dalla Russia in Ucraina tra i vari temi che sono stati rimessi al centro del dibattito, oltre alla questione energetica, c’è anche quella alimentare, pur se in tono minore. Fin dalle prime battute abbiamo sentito parlare del grano che il nostro paese, come altri europei, importa dall’Ucraina con conseguente aumento di prezzi di pane e paste, legati sempre ai rincari in generali.

Il Wwf è intervenuto ponendo delle domande e dando delle risposte, partendo da alcune richieste fatte in questi settimane a vari politici. Sono state avanzate proposte di aumentare le produzioni agricole o cancellando e indebolendo le attuali misure ambientali della Politica Agricola Comune e del Green Deal europeo.

Tra queste l’abolizione del divieto dell’uso di pesticidi in alcune aree di interesse ecologico oppure l’interesse dei terreni a riposo. Richieste che secondo l’organizzazione sono “irrazionali e controproducenti“.

Sicurezza alimentare, il Wwf: “Importazione grano non influenzata dalla guerra”

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Partendo dal fatto che la produzione alimentare di tutto il mondo è sufficiente per sfamare l’intera popolazione del pianeta, il problema è che è mal utilizzata. I rischi reali e concreti della sicurezza alimentare non derivano dalla guerra, viene spiegato, ma dalle bolle speculative delle crisi del 2008 e 2011. In Europa si importa molto mais per il mangime degli animali ma il 70% arriva da paesi extra UE.

Il Wwf smentisce anche che quest’anno ci sarà una carenza di grano e mais per via della guerra perché aziende agroalimentari italiane importano dall’Ucraina il 5% del proprio fabbisogno. C’è anche una strumentalizzazione della crisi legata alla guerra da parte delle lobby alimentari: l’obiettivo è fare pressione sui politici affinché cancellino le norme ambientali come l’uso dei pesticidi.

Il tutto sta avvenendo in una situazione critica dove la crisi climatica sta influenzando le produzioni agricole con i periodi di siccità prolungata e i sempri maggioni e pesanti eventi meteorologici.

È falso anche il mito che bisogna intensificare sempre di più le produzioni per aumentare la sicurezza alimentare perché il sistema basato sull’uso dei fertilizzanti e pesticidi con fine diprodurre grandi quantità di beni alimentari omogenei, va a discapito dei sistemi naturali e dipende molto dal fossile.

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