Il tasso di inflazione registratosi a gennaio di quest’anno avrebbe raggiunto un livello record che non si vedeva ormai da 26 anni.
Schizzato alle stelle il tasso d’inflazione in Italia nel gennaio di quest’anno. Valori record che non si vedevano dalla bellezza di 26 anni. Questo quanto rilevato dall’Istat all’interno di una sua stima preliminare che ha notato come l’indice dei prezzi al consumo sarebbe salito in maniera considerevole.
Il paniere Istat per l’inflazione sarebbe cambiato e ciò a causa della pandemia. Questo quanto rilevato dall’Istituto di statistica, riporta l’Ansa, nella sua ultima analisi. Capofila sarebbero i beni energetici che da tempo ormai sono assoggettati ad incrementi vertiginosi.
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Ma il rincaro si sarebbe visto anche in altre tipologie di merci. All’interno del novero dei prodotti più acquistati dagli italiani, sarebbero rientrati sedie da scrivania, friggitrici ad aria, saturimetri, test rapidi. Pacchetti di streaming e musica. Sempre stabili le farine, il gas e gli occhiali da lettura, tutti beni presenti anche in passato. A fuoriuscire dal paniere, invece, Compact disk e Hoverboard.
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Il commento a margine dell’Istat alla sua indagine ha voluto sottolineare come la costante evoluzione dei comparti di spesa nonché la pandemia abbiano condizionato lo stravolgimento delle scelte d’acquisto nonché la struttura della spesa. All’interno del bacino, infatti, per il calcolo degli indici NIC e FOI ci sono numerosi prodotti definiti elementari.
Stando all’analisi è emerso che nel 2022 sarebbero ben 80 i comuni a contribuire alla stima dell’inflazione per il paniere completo, così come per l’anno precedente. La rilevazione avrebbe coperto l’83,3% del territorio, percentuale che sale al 90,3% se si considerano tariffe e servizi locali in forza del fatto che 12 comuni ne rilevano i prezzi. A consentire il tracciamento ben 43mila unità. Infine, sarebbero 2.200 circa le abitazioni per i canoni d’affitto di abitazione di Ente pubblico.
In sintesi, quindi, le abitudini di acquisto degli italiani, anche a causa della pandemia, sarebbero sensibilmente cambiate facendo entrare prodotti che ben collimano con le nuove abitudini dei cittadini. Il tasso di inflazione, sempre a causa del Covid, sarebbe schizzato a valori che non si vedevano da quasi 30 anni.