Benzina, la temuta impennata è giù in corso: file ai distributori per fare il pieno prima che il prezzo salga ancora
Scenari di guerra perché in effetti di questo di tratta. La Russia ha attaccato l’Ucraina, ha già provocato morti e le paure per gli altri Stati non coinvolti territorialmente con il conflitto si stanno diffondendo.
Da anni Putin minaccia l’Ucraina con il gas che anche da quel paese passano i gasdotti che riforniscono l’Europa. Ai primi venti di guerra il timore era proprio per il settore enrgetico: non solo il costo materiale di quando andiamo a fare rifornimento dell’auto ma anche di produzione e come effetto tutto ciò che compriamo costa di più.
Il prezzo della benzina sta già salendo vertiginosamente. Da quando nella notte italiana tra mercoledì e giovedì la Russia ha attaccato, in Italia ma anche in altri paesi europei lunghe file di automobilisti per rifornirsi prima che la benzina superi a 2 euro. In alcuni casi è già realtà mentre in altri, come nel foggiano, si registrano distributori vuoti, complice anche lo scioperto dei trasportatori che, appunto, protesta contro il caro dei carburanti.
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Il prezzo del petrolio sale dal novembre 2020, quando c’è stata la prima lenta ripresa post-Covid, poi è calato di nuovo con le altre ondate. Motivi quindi diversi dalle tensioni belliche. Negli ultimi mesi del 2021 ancora una fase altalenante ma nella maggior parte dei casi solo rincari.
Ora un barile costa oltre 100 dollari e non succedeva dal 2014, anno della prima vera crisi ucraina con il referendum (più forzati che democratici) che l’annessione della Crimea alla Russia.
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Nei prossimi giorni le previsioni non sono per nulla positive e la benzina è destinata ad aumentare ancora. Propozionalmente aumentano anche le preoccupazioni di famiglie e imprese, si cerca di limitare gli spostamenti in auto, di consumare meno corrente a casa mettere al riparo i propri soldi.