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Cosa rischi se ti fai pagare in nero e senza fattura

Pubblicato da
Chiara Longo

Non bisogna assolutamente sottovalutare l’importanza di un documento fiscale che si riceve per il pagamento di un prodotto o servizio.

(Canva)

Lo scontrino fiscale, come dovremmo sapere, è di certo un documento molto importante che devono emettere i negozianti proprio per la vendita di beni o servizi.

Insomma, secondo quanto riporta la legge, è necessario che venga rilasciato a seguito di operazioni imponibili anche quando non richiedono, però, una fattura.

Così, se vogliamo solo fare qualche esempio, possiamo ricordare che sono invitati all’emissione dello scontrino, quindi, i commercianti al minuto, i locali che hanno come core business la vendita di cibo e bevande, gli ambulanti, e altri ancora.

Naturalmente, quindi, questa sorta di ricevuta dovrà possedere tutte le informazioni idonee relative, per l’appunto, all’attività stessa e all’importo che è stato incassato per un qualsiasi prodotto o prestazione.

E, in particolare, lo scontrino non può essere stampato da un apparecchio qualsiasi, bensì da un apposito registratore di cassa considerato valido dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

A tal proposito, comunque, bisogna ricordare che se un commerciante riceve un pagamento in nero, quest’azione è una vera e propria evasione fiscale che può essere punita con pesanti sanzioni.

Le conseguenze del pagamento in nero

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Per questo motivo, quindi, il cliente di turno, se si verificasse questa condizione, avrebbe persino il diritto di denunciare l’evasore alla Guardia di Finanza.

Tuttavia, l’avventore in questione, qualora pagasse in nero, non avrebbe delle ripercussioni fiscali, neanche quando si registra una mancata ricezione di una fattura.

Comunque sia, ricevere questo documento, in taluni frangenti, potrebbe essere vantaggioso per un utente, poichè, in primis, ci sarebbe eventualmente anche la possibilità di una futura detrazione.

Ma non soltanto per questo motivo è fondamentale avere in mano questa ricevuta. In realtà, quest’ultima costituisce una prova di pagamento, e nel caso non ci fosse, il venditore disonesto potrebbe anche affermare di non aver ricevuto alcuna somma di denaro.

Ciò comporterebbe, per dirne una, la successiva ulteriore richiesta di quella data cifra da parte del venditore che, peraltro, potrebbe agire anche per vie legali.

In secondo luogo, però, se la prestazione o il prodotto acquistato non corrispondesse a quanto promesso, in assenza di scontrino o fattura, il cliente non potrebbe nemmeno richiedere il rimborso a seguito di una rimostranza.

Chiara Longo

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Chiara Longo