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Malattie, quali ti consentono di andare in pensione prima

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Giuseppe

Malattie, pensione prima di raggiungere i requisiti ordinari: quali sono i casi previsti e le condizioni che consentono di lasciare il lavoro

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C’è il diritto al prepensionamento a causa di patologie riservato ai lavoratori che non hanno contributi previdenziali. Chi soffre di determinate malattie vive pesanti disagi e una situazione drammatica che coinvolge anche le persone vicine.

La legge prevede diverse misure di supporto economico come le forme di prepensionamento. Non sono rivolte solo ai lavoratori ma anche a chi non ha mai avuto un impiego.

Il decreto legislativo 503/1992, che negli anni è stato soggetto a varie modifiche, è un riferimento importante per chi purtroppo tocca con mano questa situazione. Per avere accesso al prepensionamento ovviamente bisogna avere il certificato realizzato da apposite Commissioni mediche chiamate a stabilire il grado di invalidità. Con una procedura ben precisa si stabilisce un punteggio. Infine ci sarà il giudizio della Commissione medica dell’Inps che ha l’ultima parola.

Per ottenere il prepensionamento per patologie è necessario mostrare in modo inconfutabile che le capacità lavorative sono ridotte proprio a causa di malattie gravi, che siano psicologiche, psichiatriche o intellettive. Restano quindi escluse dalla casistiche le malattie considerate temporanee, anche se debilitanti.

Malattie e pensione: i casi previsti dalla legge

Sono diverse le modalità di prepensionamento. È prevista la pensione di vecchiaia anticipata che consente di lasciare il lavoro prima di raggiungere gli ordinari requisiti imposti dalle leggi. Si applica ai dipendenti privati. L’handicap deve essere pari o superiore all’80%, per gli uomini bisogna aver compiuto 61 anni di età anagrafica, 56 anni per le donne e almeno 20 anni di contributi. È previsto un periodo di attesa di 12 mesi per la liquidazione della pensione, a partire dal momento in cui i requisiti sono maturati.

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Prevista anche l’Ape sociale per i cittadini con un’invalidità di almeno il 74%, ma devono esserci anche 63 anni di età e 30 versati all’Inps.

Altro aspetto della legge è l’invalidità e l’inabilità al lavoro. Chi ha un’invalidità superiore al 66% ha diritto all’assegno di invalidità ordinario, se ha almeno 5 anni di contributi. Idem per chi è inabile al lavoro: in questo caso però il riconoscimento è al 100% perché il soggetto non può svolgere alcun tipo di lavoro.

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Per quanto riguarda il prepensionamento per chi non ha versato contributi è una condizione per chi è nato con un handicap o che ha scoperto di essere affetto da patologie in età giovane, prima di affacciarsi al mondo del lavoro.

Infine c’è il prepensionamento per depressione per anche questa può condurre all’invalidità per problemi causati da traumi somatici o psichici ma anche da ordine endogene, senza cause organiche evidenti.

Giuseppe

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