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Fisco e Tasse

Conti correnti, cattive notizie: quanto ci costano ora

Pubblicato da
Martina Di Paolantonio

Con la grave crisi economica che stiamo vivendo l’inflazione è volata alle stelle, provocando un aumento dei prezzi anche per la gestione dei conti correnti.

(Adobe – bonificobancario.it)

Crisi economica ed energetica stanno mettendo a dura prova gli Italiani (e non solo) ormai da mesi. L’inflazione dilagante ha comportato un caro-spesa difficile da affrontare, nonché un aumento generale dei prezzi. La guerra scoppiata tra Russia e Ucraina, invece, ha comportato un aumento esponenziale dei prezzi di energia e carburanti, tanto che il governo sta cercando di intervenire sul caro-bollette in ogni modo possibile.

Ad aumentare in maniera emblematica, inoltre, sono i costi di gestione per i conti correnti. Quando si parla di risparmi gli Italiani si trovano piuttosto in difficoltà attualmente. Non solo perché l’inflazione rende difficile mettere da parte dei soldi, ma anche perché sul conto vanno a pesare anche spese come quelle per la gestione del conto stesso.

Costi dei conti correnti in aumento: ma non sono solo brutte notizie

A fornire dati sull’argomento è un’analisi del Sole 24 Ore, che ha messo a confronto i costi di gestione di vari conti correnti in varie banche a partire da Unicredit. Questo istituto di credito, ad esempio, ha aumentato i costi del 7,52% su tutte le sue principali voci, con una comunicazione unilaterale avvenuta il 18 dicembre 2022.

Ma a questo è seguita anche una buona notizia. Unicredit, infatti, ha condiviso un comunicato in cui si evince che gli aumenti introdotti verranno eliminati nuovamente a partire dal primo aprile 2023. “La banca, come da impegni assunti in precedenza per i clienti che hanno avuto modifiche unilaterali peggiorative in seguito all’andamento dei tassi di mercato, provvederà con decorrenza dal 1° aprile 2023 ad annullare tali maggiorazioni“, si legge nella lettera.

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Anche BPM seguirà la stessa linea da aprile, annullando gli aumenti introdotti in precedenza. Credem, invece, ha già provveduto all’annullamento di ogni aumento. In alcuni casi, addirittura, i costi di gestione dei conti correnti sono scesi (o scenderanno in base alle condizioni di mercato). Alcuni esempi sono Fineco, Intesa SanPaolo che ha introdotto aumenti mirati analizzando i singoli casi.

Oppure Bper e Banco Desio, che hanno ridotto i costi di gestione per la sezione imprese, in alcuni casi già a partire da novembre scorso.

Martina Di Paolantonio

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Martina Di Paolantonio