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Lasciare soldi sul conto corrente: quanto costa davvero e quali sono i rischi

Pubblicato da
Emanuela Toparelli

E’ diventato un rischio e non è affatto gratuito: ecco a cosa vai incontro quando lasci i soldi sul conto corrente. 

(Pixabay)

Possiedi un conto corrente? Hai dei soldi depositati al suo interno? Stai leggendo l’articolo giusto. Ecco cosa devi assolutamente sapere in merito a rischi e costi a cui vai incontro per la somma che lasci giacere in banca.

Sono note dolenti per tutti i clienti degli istituti bancari. Sempre più spesso le persone lasciano importanti somme di liquidità sul conto corrente. Sta diventando molto rischioso, a causa della norma introdotta sul bail-in.

Dall’inglese all’italiano, bail-in significa “cauzione interna”, o salvataggio interno, ed è causa di parecchi problemi. Si tratta del recepimento della direttiva europea BRRD, che sta per Bank Recovery and Resolution Directive. Nel caso di insolvenza bancaria, per risolvere la crisi gli istituti intervengono direttamente sugli azionisti, gli obbligazionisti e anche i correntisti.

E’ follia pura, secondo alcuni. Questo significa che il titolare del conto corrente, assolutamente estraneo rispetto agli atti amministrativi o vari coinvolgimenti nei confronti dell’istituto, è costretto a pagare per gli errori di amministratori che nemmeno conosce.

Lasciare i soldi depositati sul conto corrente: questi sono i rischi a cui vai incontro e il prezzo che devi pagare

(Pixabay)

Per rimediare ai danni, la prima categoria che viene attaccata è quella degli azionisti. Prima vengono annullate le azioni, poi le obbligazioni e, per finire, vengono prelevati i soldi sui conti correnti, depositi e libretti al risparmio.

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Gli istituti bancari si impongono dei limiti per il bail-in: non considerano i depositi sotto i 100.000,00 euro. Ma se un correntista ha più conti intestati e cointestati, la cifra viene sommata, dunque potrebbe comunque superare la soglia limite anche se in ciascun conto la liquidità è inferiore.

Vengono esclusi dalla procedura i dossier titoli e i fondi sia obbligazionari che azionari, poiché sono nominativi.
Tutto questo rientra in una norma entrata in vigore nel nostro Paese dal 1 gennaio 2016.

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Come sfuggire a questo rischio? La soluzione sta nel posizionare la liquidità su titoli o certificati nominativi oppure depositare i contanti su fondi monetari di scarso rendimento: sono molto più sicuri.

Al di là della procedura espropriativa a cui si va incontro in caso di insolvenza bancaria, lasciare quote depositate ha comunque un costo. Ad esempio, un conto con oltre 5000 euro conta un bollo di 34,20€.
Ulteriore costo aggiuntivo è dato dall’inflazione, che erode costantemente il valore dei liquidi. In tal caso, la soluzione sta nell’investire il più possibile in titoli che permettono di recuperare in percentuale il costo di questo fenomeno.

Emanuela Toparelli

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Emanuela Toparelli