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Fisco e Tasse

Bollo auto e i rischi che si corrono se non si paga

Pubblicato da
Erica Ercoli

Il bollo auto è una tassa di proprietà che quasi mai è possibile evitare, ma cosa accade se ci si dimentica di pagarla?

Interni auto (Foto da Pixabay)

In precedenza veniva chiamata Tassa di circolazione, poi dato che non importa se con il veicolo si circola o meno, è stata chiamata Tassa automobilistica, o più comunemente nota come bollo auto. Si tratta di una vera e propria tassa di proprietà sui veicoli e motoveicoli in possesso immatricolati nella Repubblica Italiana.

Questo tributo obbligatorio e previsto dall’amministrazione finanziaria è un versamento fatto a favore della Regione di residenza per il possesso di un mezzo. Il valore economico che deve essere corrisposto varia a seconda di alcuni fattori relativi al veicolo.

Influisce sul costo del bollo la potenza in chilowatt del mezzo, la classe di inquinamento, l’età del mezzo, infatti alcuni veicoli come quelli d’epoca sono esenti dal pagamento, e il coefficiente definito dalla Regione di residenza del proprietario.

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Come pagare il bollo e cosa si rischia se non lo si fa

Sito ACI (Screenshot)

Controllare lo stato della propria situazione per quanto riguarda il bollo dei veicoli in possesso è abbastanza facile. Ѐ possibile farlo recandosi presso un qualunque ufficio ACI oppure più comodamente tramite il loro sito ufficiale.

Il pagamento del bollo deve essere effettuato ogni anno entro i termini stabiliti, superata la scadenza sarà d’obbligo versare oltre gli interessi di mora, che si aggirano intorno allo 0,3%, anche delle sanzioni. Queste aumentano con l’aumentare del periodo di ritardo.

L’incremento quindi varia a seconda dei giorni di ritardo. Se entro 14 giorni dalla scadenza prevista si riesce a saldare quanto dovuto si incorre in un aumento dello 0,1% sul totale del bollo per ogni giorno di ritardo. La percentuale cambia tra il 15° ed il 30° giorno, in quanto l’ammenda salirebbe fino all’1,50%.

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Se si supera anche questa soglia e si arriva tra i 30 e i 90 giorni di ritardo allora l’incremento giunge fino all’1,67%. Oltrepassando anche questo limite, ma rimanendo comunque entro l’anno di ritardo, l’aumento è pari al 3,75%. Mentre se si superano i 12 mesi allora decade la possibilità di usufruire del ravvedimento operoso e la sanzione aumenterà del 30% rispetto all’importo dovuto. A questa si aggiungeranno anche gli interessi che sono pari allo 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.

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Si ricorda che oltre i 3 anni di ritardo scatta la riscossione coattiva che porta con sé anche il rischio di fermo amministrativo del mezzo e in alcuni casi il pignoramento del conto corrente. Lo Stato vuole che si paghi una tassa sul possesso di un mezzo e per evitare aumenti sul dovuto è bene cercare di essere sempre in regola con i pagamenti.

Erica Ercoli

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