Buste paga marzo, non solo belle sorprese: il motivo

Non poche novità per i lavoratori nel mese di marzo sulle buste paga: importi modificati a seguito della riforma Irpef e dell’Assegno Unico Universale.

Buste paga marzo modifiche importi
(adzicnatasa – Adobe Stock)

La Legge di Bilancio e le decisioni del Governo hanno modificato radicalmente il sistema retributivo italiano. Con la riforma dell’Irpef sono stati ridotti da cinque a quattro gli scaglioni delle aliquote. Con l’introduzione dell’Assegno Unico Universale, invece, tutte le precedenti misure a sostegno delle famiglie con figli sono state eliminate ed inglobate, appunto, in esso. Ma in cosa si traduce tutto questo? Buste paga modificate in maniera sostanziale.

Buste paga, l’importo varia a seguito della riforma Irpef e dell’Assegno Unico Universale

Buste paga marzo modifiche importi
(loufre – Pixabay)

A giorni i lavoratori italiani che hanno presentato domanda entro il 28 febbraio inizieranno a ricevere l’erogazione dell’Assegno Unico Universale. Il che, insieme alla riforma Irpef, modificherà in maniera determinante gli importi delle buste paga.

Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi Consulenti del lavoro, ha dichiarato sul punto – riporta la redazione de Il Giornale– che gli stipendi del mese di marzo riserveranno non poche sorprese ed in molti casi non saranno tanto gradite.

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Ma questo perché? Si prenda ad esempio un lavoratore subordinato con due figli minori a carico. Prima di tutte queste introduzioni percepiva 1.974 euro al mese. Ora invece percepirà 1.668 euro se non avrà inviato la domanda dell’Assegno Unico entro il 28 febbraio. Un taglio non indifferente, per la cui reintegrazione dovrà attendere. Per recuperare tali arretrati, peraltro, il lavoratore dovrà ricordarsi di inoltrare la sua domanda entro giugno. In tanti, quindi, coloro i quali si sono lamentati per la mancata erogazione ma soprattutto per la consistente diminuzione della busta paga.

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Se l’assegno unico ha creato non pochi problemi, però, la riforma Irpef avrebbe mitigato il quadro. Nel caso di un operaio, l’aliquota passa dal 24,28% al 23,65%. Ciò significa che quanto non più percepito a titolo di sussidio, sarà compensato con la nuova Irpef.

Ciò detto, però, ponendo il caso che entro il 28 febbraio si sia presentata domanda per l’Assegno Unico, l’azione redistributiva voluta dal ministero dell’Economia e delle finanze, effettivamente si sarebbe verificata. Non bisogna dimenticare, però, che determinante resta l’Isee.

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