Assegno Unico Universale, come funziona la simulatore di calcolo INPS

Dal mese di marzo sono in pagamento le spettanze relative all’assegno unico universale, ecco come funziona il simulatore di calcolo dell’INPS

Simulatore INPS interna
Simulatore INPS (Screenshot)

La fine del 2021 ha portato con se una importante riforma del welfare state italiano, una riforma spinta con forza della associazioni a tutela delle famiglie, una riforma che, dopo anni di dibattiti ed incertezze, ha finalmente visto la luce.

Parliamo della nascita del cosiddetto Assegno Unico Familiare uno strumento di previdenza sociale varato dal Governo guidato da Mario Draghi. Uno strumento che sostituisce, per intero, il vecchio assegno ANF, l’assegno per il nucleo familiare inglobando altri sette istituti minori.

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Il nuovo strumento come detto raggruppa in se tutti i precedenti servizi ed ha una particolarità. Non viene più erogato in busta paga dall’azienda per cui si lavora ma viene versato, sul conto corrente, direttamente dell’INPS, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Pertanto dal mese di marzo i lavoratori dipendenti che prestano la loro opera in Italia riceveranno due bonifici, uno dal datore di lavoro, la busta paga, ma priva della cifra del vecchio ANF. Un altro dall’INPS con l’importo spettante per il proprio Assegno Unico Universale.

Assegno Unico universale, come funziona il simulatore

Sede Inps
Sede Inps (Foto Twitter)

Per agevolare la comprensione del nuovo strumento, da fine ottobre, l’INPS ha inserito nel proprio sito ufficiale un simulatore di calcolo in modo da rendere edotto ogni percettore della cifra in arrivo sul proprio conto.

Ecco come funziona. Il Sistema è molto semplice ed intuitivo ma si basa su due presupposto. Il primo essere registrato al sito INPS. Solo in quel caso il calcolo sarà preciso al centesimo. Il secondo avere a disposizione le cifre esatte dell’ISEE corrente, l’indicatore della Situzione Economica Equivalente.

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Per il resto vanno compilati i campi i cui principali sono relativi al numero di figli, con distinzione tra minorenni, maggiorenni fino ai 21 anni di età e disabili. Va poi aggiunta la cifra relativa a redditi da lavoro dipendente ed ISEE.

Un altro particolare importante è quello relativo alle “spunte”. Due sono decisive, una relativo al fatto se i genitori sono conviventi; l’altra relativa al diritto alla maggiorazione per ogni figlio minore nel caso in cui i genitori sono entrambi titolari di reddito da lavoro al momento della presentazione della domanda.

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