Francia, nuova riforma pensionistica: le differenze con quella italiana

La riforma pensionistica in Francia sta creando non poche tensioni, eppure se raffrontata con quella italiana i vantaggi sembrerebbero decisamente numerosi.

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(farbkombinat – Adobe Stock)

Il nodo delle pensioni in Italia resta un punto caldo, l’obbiettivo sarebbe quello di consentire l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni ma ad un costo che ovviamente si riverbererebbe sul richiedente. Non poche, infatti, le riduzioni sul rateo mensile. In Francia, invece, il Governo avrebbe elaborato una riforma con numerosi vantaggi, ma i cugini d’oltralpe non avrebbero gradito. Vero è che non bisogna guardare a chi sta peggio, altrimenti si finirebbe con l’accontentarsi di tutto. Ma è vero anche che la riforma francese sarebbe conveniente sotto molti punti di vista.

Francia, riforma pensionistica vantaggiosa per chi esce dal mondo del lavoro

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(Eddie K – Pixabay)

Anche in Francia, il Governo è alle prese con la riforma pensionistica. Ed i cittadini pare non stiano gradendo le intenzioni, soprattutto per quanto riguarda l’innalzamento dell’età da 62 a 64 anni.

Ma se vivessero in Italia avrebbero ben poco di cui lamentarsi. Nel Nostro Paese siamo ancora fermi alla Fornero che prevede il congedo a ben 67 anni. Quota 100 sarebbe decaduta lo scorso anno ed attualmente si parla della transitoria Quota 102 che consente un’uscita anticipata a 64 anni anagrafici e 38 di contributi versati.

La Francia, scrivono i colleghi di Proiezioni di Borsa, starebbe valutando la possibilità di consentire l’uscita a 65 anni, fermo restando che quella anticipata potrebbe essere fissata – invece- a 62 anni con qualche riduzione, ma pur sempre a questa età. Un miraggio per i lavoratori italiani.

Per non parlare anche di quello che è l’importo della minima nel Bel Paese – 523,80 euro nel 2022-, ben sotto rispetto alla soglia di povertà ad oggi fissata a 780 euro. In Francia, invece, la minima avrebbe un valore superiore a 1000 euro. Evidente che il nostro Paese non regge il confronto. Ma intanto le proteste sono serrate ed i francesi non sono intenzionati a cedere il passo. Certo, non è possibile applicare in questi contesti antichi adagi come “mal comune mezzo gaudio”. Ma sicuramente, se i lavoratori d’oltralpe avessero modo di constatare il sistema italiano forse non scenderebbero più in piazza.

La riforma pensionistica francese sarebbe una delle più ponderate in Europa che non graverebbero eccessivamente sui lavoratori che decidono di uscire anticipatamente.

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