Condizionatori e pace, gli italiani stanno con Draghi: il sondaggio

Guerra, tra condizionatori d’aria e pace in un sondaggio la maggior parte e d’accordo con il premier: cosa c’entra con il conflitto

Mario Draghi (foto Ansa)

Da anni gli ambientalisti stanno cercando di far capire come siano importanti i piccoli gesti quotidiani legati al consumo. Ora, con la guerra nella vicina Ucraina, stiamo comprendendo davvero come l’ambiente, le risorse che la natura ci ha dato, condizionini gli uomini, gli Stati e dunque la storia con le guerre che ne scandiscono il tempo.

Basta fare una ricerca sul web associanto le parole Draghi e condizionatori d’aria per trovare tanti risultati e molta ironia sul web. Nella giornata di giovedì 7 nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, rispondendo a una domanda del giornalista Carlo Di Foggia de Il Fatto Quotidiano, parlando della posizione del governo su un eventuale blocco del gas che proviene dalla Russia, ha detto che nella scelta tra la pace e il gas, si preferisce la prima.

Guerra, riduzioni di consumi: il risultato del sondaggio

Il Presidente del Consiglio ha chiesto “provocatoriamente” cosa si preferisce tra lo stop al confilitto e lo “star tranquilli con l’aria condizionata tutta l’estate?”

Money.it ha subito organizzato un sondaggio specificando perà che non c’è valore scientifico perché non è stato realizzato a campione e che è soltanto indicativo. Il risultato è che il 56% dei partecipanti sarebbe pronto a rinunciare all’aria condizionata se un minore consumo (buona parte delle energie sono nelle mani dei russi) potesse favorire un processo di pace. Non si è detto d’accordo il 41% mentre il restante 3% non ha saputo rispondere.

Lo stop delle importazioni del gas russo resta l’argomento principale in queste ore a Bruxelles anche se non è stato inserito nell’ultimo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia.

Giovedì il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione presentata dei Verdi dove si chiede un embargo immediato do carbone, gas e petrolio proveniente da Mosca. Ricordiamo che una risoluzione si tratta di una indicazione e non è nulla di vincolante, non equivale a una decisione definitiva.

Draghi ha comunque chiarito che con le riserve attuali dell’Italia, ci sarebbe copertura energetica fino ad ottobre e che se si dovesse prendere la – improbabile – decisione di un embrago, il nostro paese sposerebbe la posizione dell’Europa.

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