Meta ha detto basta: non lo vedrete mai più su Instagram

Meta ha cancellato l’account Instagram: milioni erano i followers e ora la società chiede delle spiegazioni

Meta instagram porhub
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Chi non rispetta le regole che sottoscrive è fuori. Le aziende di Mark Zuckerberg sono ferree su questo punto e mettono alla porta chiunque, anche le grandi realtà. Dopo una sospensione di tre settimane, Meta ha rimosso in via definitiva l’account ufficiale Instagram di Pornhub, piattaforma che pubblica contenuti porno controllata da Mindgeek.

La notizia la riporta Motherboard. “I motivi sono le violazioni ripetute delle nostre policy”, ha fatto sapere la società. Sono ben dieci anni che avvengono comportamenti non consentiti dalle regole “inerenti alla pubblicazione di contenuti per adulti, di natura sessuale e nudità”.

Porbhub ha però chiesto spiegazione e l’ha fatto pubblicamente con una lettera aperta pubblicata su Twitter e firmata da 63 start del settore. È indirizzata a quattro dirigenti di Meta, tra cui il CEO Mark Zuckerberg e il capo di Instagram Adam Mosseri.

L’azienda, tra i leader del mondo a luci rosse sul web, ha chiesto perché i propri account vengano continuamente eliminati e “sul motivo per cui i contenuti su cui investiamo denaro vengono rimosso, anche quando non violano alcuna regola di Instagram”.

Meta cancella Pornhub che accusa alcuni influencer

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Secondo Pornhub c’è una discriminazione, un trattamento impari. Il sito punta il dito contro qualche influencer che avrebbe la protezione di Instagram, ricevendo un trattamento diverso. Pornhub in particolare segnala che spesso le celebrità hanno contenuti nudi senza che abbiano alcun tipo di ripercussione. Al contrario, continua il sito, i propri contenuti vengono bannati.

Fa anche nome e cognome. Nella lettera infatti si parla di Kim Kardashian che ha un seguito di 330 milioni di follower ed è stato consentito di postare “il suo culo completamente esposto”.

Quando a settembre l’account Instagram di Pornhub era stato rimosso, contava 13,1 milioni di follower e 6.200 post. Pornhub in realtà è nell’occhio del ciclone da diversi anni: le critiche al sito riguardano soprattutto l’aver favorito la distribuzione di materiale pedopornografico tant’è che a giugno il CEO Feras Antoon e il COO David Tassillo hanno rassegnato le proprie dimissioni.

“Che Mindgeek non elimini il materiale illegale è categoricamente falso”, si legge in una dichiarazione dei vertici di PornHub al Washington Post ad agosto scorso. I profili Pornhub su Twitter (circa 3.4 milioni di follower) e YouTube (883 mila iscritti) non hanno subito nulla e sono ancora online.

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