Sanzioni alla Russia: fuori dallo Swift per colpire la finanza: cos’è

Sanzioni alla Russia, proposta l’estromissone del paese dal sistema delle transazioni internazionali: come funziona

Sanzioni alla Russia
Swift, scambi finanziari (foto Facebook)

Poche ore dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Nato e le istituzioni europee si sono subito riunione per cercare una soluzione al conflitto. Per prima cosa si è discusso delle sanzioni alla Russia che ha palesemente violato i confini di uno Stato sovrano.

Tra le proposte c’è quella di mettere il paese fuori dallo Swift, ossia dal sistema internazionale di transazioni. A chiederlo per prima proprio l’Ucraina che ha trovato l’appoggio di altri paesi, ma di cosa si tratta?

È l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, Società per le Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali, fondamentale per le transazioni finanziarie su tutto il pianeta.

La società non è altro che un fornitore di servizi fondata nel 1973 e ha sede in Belgio. Si occupa della gestione degli ordini di pagamento e raggruppa più di 11mila organizzazioni di natura finanziaria e bancaria che operano in oltre 200 paesi.

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Sanzioni alla Russia, fuori dallo Swift: è una soluzione?

Sanzioni alla Russia
Foto Piaxbay

Secondo l’ultimo dato aggiornato relativo al 2021, mediamente sono 42 milioni i messaggi che transitano ogni giorno ed è stata registrata una crescita dell’11,4% rispetto all’anno precedente.

In questo sistema dunque viaggiano i messaggi e le informazioni indispensabili per l’indirizzo a cui mandare i soldi: non viaggia il denaro vero e proprio ma senza i numeri nulla si potrebbe muovere.

Non si tratta dell’Iban che è più specifico, idendifica esattamente il conto corrente, ma restare fuori dal circuito sarebbe come sganciare una bomba atomica. Gli avversari della Russia, quindi, hanno un’arma potente ma siccome la finanza e l’economia oggi più che mai è fortemente interconnessa, non è escluso che possa rivelarsi l’effetto boomerang.

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Negli ultimi giorni si discute di numeri e percentuali che riguardano il gas russo che viene comprato dall’Europa. Il 67% della materia che arriva nel vecchio continente per riscaldare le case e far funzionare le industrie viene dal gigante euroasiatico ma come per lo Swift chiudere i rubinetti, come temono molti, può essere un’arma a doppio taglio perché significhebbe perdere un importante cliente.

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