Versamenti Inps: come funzionano per la P. Iva nelle diverse gestioni separate

I versamenti all’Inps sono sempre un colpo al cuore, naturalmente questi devono sempre essere pagati, specie se si tratta di contributi in quanto tale obbligatorietà è definita per legge.

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Monete

Com’è noto i liberi professionisti e gli imprenditori, ovvero i possessori di P. Iva, devono versare i contributi e pagare le tasse sui soldi guadagnati in modo autonomo. I contributi vanno versati non solo per la pensione ma che per l’invalidità o per la maternità. Ovvero per tutte quelle situazioni dove il lavoratore non può adempiere al proprio dovere per un motivo o per un altro riconosciuto dalla legge e quindi in casi particolari.

Spesso i lavoratori autonomi versano i contributi ad una cassa di appartenenza o direttamente all’Inps. Nel caso dell’Istituto esistono diversi modi per versare i contributi alla gestione separata. Vediamoli insieme.

Gestione separata Inps, i diversi modi per versare i contributi

Contributi Inps pensione
Contributi – Pixabay

Assodato che i liberi professionisti devono pagare i contributi ai fini pensionistici etc si va ad individuare con il termine “Contributi Ivs”, invalidità – vecchiaia – superstiti. Di fatto si intendono tutte le forme di contribuzione obbligatoria che devono essere versate all’Inps.

Possiamo individuare tre tipi di gestione separata per versare i contributi:

  • professionisti: con partita iva ma senza cassa di previdenza
  • artigiani e commercianti: imprenditori con partita iva che hanno una qualsiasi attività commerciale
  • ex-Enpals: con partita iva in merito ai lavoratori dello spettacolo e professionisti del settore.

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La gestione separata per i contributi è nata 30 anni fa, quando mancavano delle casse previdenziali per i professionisti. Se un libero professionista inizia un’attività in proprio entro 30 giorni ha l’obbligo di iscriversi ad una cassa di riferimento, in caso contrario alla gestione separata.

Per quanto riguarda la gestione separata Inps i contributi vengono versati a giugno e novembre secondo il meccanismo di saldo e acconto in base ovviamente al reddito. Il massimale è fissato (almeno quest’anno) a 105.014 euro ed il minimale a 16.243 euro. Le percentuali di contribuzione sono pari al 26,23% per i non iscritti ad altre gestioni obbligatorie mentre al 24% per i pensionati o assicurati verso altre forme di previdenza.

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I commercianti e gli artigiani per il 2022: versano contributi fissi al 24% per coloro che hanno più di 21 anni e 22,80% per i cittadini che hanno un’età inferiore. Gli ultra sessantenni hanno una riduzione del 50%.

I lavoratori per lo spettacolo e affini, hanno un’aliquota contributiva del 33% se iscritti al Fondo pensione sportivi professionisti e al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo.

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