Truffa sul Superbonus 110%: sequestro della Guardia di Finanza da 83 milioni di euro

Sequestro della Guardia di Finanza da 83 milioni di euro per un Consorzio edile di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su truffe legate al Superbonus 110%.

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(Roman Sigaev – Adobe Stock)

La Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione della Procura, ha eseguito un provvedimento di sequestro di 83 milioni di euro ad un Consorzio edile nell’ambito di un’indagine su presunte truffe sul Superbonus 110%. Il Consorzio, secondo quanto ricostruito dai militari delle Fiamme Gialle, si era proposto come general contractor per l’esecuzione di lavori, non ancora eseguiti, ed avrebbe creato crediti fittizi per 110 milioni di euro.

Napoli, truffa sul Superbonus 110%: sequestro da 83 milioni di euro ad un Consorzio edile

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Nuova truffa legata ai bonus edili e all’ormai noto Superbonus del 110%. Nell’ambito di un’inchiesta su tali frodi, la Procura della Repubblica di Napoli ha emesso un provvedimento di sequestro di beni, per un valore complessivo di 83 milioni di euro, nei confronti di un Consorzio edile. La misura è stata eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo campano che si è occupata delle indagini, scattate all’esito di un controllo dell’Agenzia delle Entrate sulla concessione del bonus.

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Stando a quanto ricostruito, il Consorzio, propostosi come general contractor per l’esecuzione di lavori, non ancora iniziati, a favore di soggetti privati situati in tutta Italia, avrebbe creato crediti d’imposta fittizi per 110 milioni di euro grazie all’agevolazione fiscale. Nel dettaglio, tali crediti sarebbero stati concessi mediante lo sconto in fattura e successivamente parzialmente monetizzati attraverso la cessione a intermediari finanziari. Il tutto è stato possibile attraverso la produzione di una documentazione fiscale e tecnica che attestava un avanzamento dei lavori con una percentuale superiore al 30%. Tale documentazione era munita del visto di conformità e di asseverazione, rispettivamente apposto da consulenti fiscali e da geometri.

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Nel corso delle perquisizioni domiciliari e locali, spiegano le Fiamme Gialle, alcuni di quest’ultimi professionisti si sarebbero dichiarati estranei ai fatti ed hanno ipotizzato la redazione di documentazione falsa riportante le proprie firme.

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