Assegno unico e truffe, controlli più stringenti

L’Assegno Unico familiare è la misura alla quale stanno ricorrendo tantissimi italiani: ma attenzione ai tentativi di raggiri

Assegno Unico
Foto Twitter

Con la Legge di Bilancio del 2022 l’Assegno Unico e Universale ha fatto il suo esordio nella vasta gamma di agevolazioni fiscali per sostenere le famiglie e cercare di ringiovanire il paese. Da anni infatti uno dei problemi dell’Italia è che si fanno pochi figli, a causa di tanti fattori e in primis la questione lavorativa. Poche certezze contrattuali, stipendi bassi, precariato e lavoro nero non aiutano i giovani a fare figli.

Con la nuova legge molte agevolazioni precedentemente esistenti sono state abolite e incorporaee nell’assegno, come dice il nome stesso, Unico. Ma la grande novità è ha dato la possibilità a tanti contribuenti che prima erano tagliati fuori dagli aiuti.

Chi presenta la domanda con un Isee basso ha diritto a più soldi, ma anche chi ha un Indicatore della Situazione Economica Equivalente più alto, o non allega proprio il documento alla domanda, ha diritto all’agevolazione ma in questo casa al minimo, 50 euro al mese.

L’Assegno vale per ogni figlio fino a 21 anni di età. Una platea vastissima di persone possono dunque aderire ma non sono mancati i tentativi di truffa come chi ha dichiarato di avere 17 figli con meno di 21 anni. I controlli da parte dell’Inps si sono fatti dunque più serrati.

Assegno unico, tante le domande con dati da verificare

Quello dei 17 figli è un caso a dir poco incredibile ma certamente non l’unica. Da marzo sono partiti i primi assegni (le prime domande già a gennaio, quando è entrata in vigore la legge) e da allora sono circa 18 mila le istanze segnalate al centro di controllo antifrodi dell’Istituto di Previdenza. Su molte si sono accesi i fari dei controlli per delle forti incongruenze.

Non solo un numero di figli “particolare” ma anche centinaia di famiglie che risiedono tutte allo stesso indirizzo. Altri casi presentano codici fiscali dei figli con residenze anagrafiche differenti.

Le domande in sostegno alla famiglia, in primis il Reddito di Cittadinanza, ha insegna proprio questo: sono tantissimi i non aventi diritti che fanno carte false – nel vero senso della parola – per accaparrarsi soldi che non gli spettano, a scapito di tutti i contribuenti che finanziano l’intervento e soprattutto per chi ha diritto al beneficio previsto dalla legge.

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