Cambio destinazione d’uso immobile, attenzione a non commettere il reato

Cambio destinazione d’uso immobile, è possibile farlo per trasformare un ufficio in una casa o viceversa: cosa dice la legge

Cambio destinazione d'uso
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Chi è proprietario di vari immobili chissà quante volte avrà pensato di cambiare destinazione d’uso: un ufficio che ha in affitto lo vorrebbe trasformare in abitazione oppure un locale a piano terra in un garage. È possibile farlo purché si rispettino le regole dettate dalla legge che sono anche abbastanza rigorese.

Bisogna stare molto attenti perché anche una modifica non in norma può far scattare la denuncia di abuso edilizio. Tanti sono gli immobili nel nostro paese che sulla carta hanno una destinazione d’uso e nei fatti sono tutt’altro: scovarli è anche uno degli obiettivi della riforma del Catasto che vuole il governo di cui tanto si parla.

Vediamo come e quando si possono modificare i cambi di destinazione d’uso. Per prima cosa distinguiamo i cambi di destinazione d’uso senza opere e con opere. La legge di riferimento è l’articolo 23-ter del Testo Unico dell’edilizia.

Con destinazione d’uso si sta indicando la funzione attribuita ad un determinato immobile, se è residenziale, un bene agricolo o altro.

Cambio destinazione d’uso immobile, quali sono i tipi di immobili

“Ogni forma di utilizzo dell’immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originaria”, è considerato un cambio, dice la legge. Un immobile può essere di cinque tipi: residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale e rurale. Il passaggio da una categoria a un’altra può avvenire con opere o senza opere; si può quindi modificare anche senza imponenti lavori di edilizia.

Il passaggio comunque non è sempre consentito. Se un magazzino lo vogliamo trasformare in abitazione è fondamentale e necessario che l’immobile sia compatibile con i requisiti richiesti per essere definita abitazione. In assenza di tali requisiti, il passaggio non può avvenire e se succede si commette un reato.

Per quanto riguardi i costi  che non sono di carattere edilizio perché senza opere, ci sono gli oneri di urbanizzazione dovuti al Comune poi le imposte e i tributi per la variazione catastale e dov’è necessaria è prevista anche una una relazione tecnica per cambio di destinazione d’uso.

La situazione cambia con la destinazione d’uso con opere perché ci sono ovviamente le spese dei lavori, ai quali vanno aggiunte quelle burocratiche che sono fisse.

A tutte queste spese vanno poi sommate quelle per le consuelenze dei professionisti. Insomma, prima di avviare qualsiasi tipo di modifica, bisogna informarsi bene – anche presso il Comune – quali sono i passi da fare per non commettere gravi reati.

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