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Superbonus: soldi finiti, ecco che fine farai se hai già iniziato i lavori

Pubblicato da
PAOLA FERRARO

Superbonus e la fine dei fondi. Non si mette bene per chi ha iniziato i lavori. Vediamo cosa succede

(foto di Michael Gaida da Pixabay)

Superbonus e l’esaurimento dei fondi. Non c’è pace per la misura più contestata degli ultimi anni. Le ultime notizie sentenziano la fine dei fondi destinati alla copertura della misura. L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile Enea, stila un rapporto che evidenzia l’ammontare delle richieste pervenute in ambito Superbonus. La cifra è di 33,7 miliardi di euro di detrazioni, ben al di sopra di quella prevista dal governo a copertura del 2022.

Tralasciando le proroghe parziali ulteriori fino a giugno 2023, i fondi sono decisamente terminati. Il governo, che non vede di buon occhio la misura in sé, non si è ancora pronunciato. Ma l’incertezza regna sovrana tra chi ha già inoltrato le richieste ed ha già iniziato i lavori. E nessuno sa cosa succederà adesso sia ai beneficiari del bonus sia alle molte imprese impegnate nei lavori di efficientamento energetico.

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Che il superbonus 110% fosse una misura particolare lo si era capito da tempo. Contestata e amata allo stesso tempo non mette d’accordo tutti. E i nodi stanno per venire al pettine. Nonostante i mille paletti via via posti dal governo per evitare le truffe e i furbetti, la misura è andata avanti. Ora ci sono molti che si chiedono cosa succederà da qui in poi.

I cittadini sono preoccupati di non riuscire a terminare i lavori iniziati. Le imprese di non essere pagate e di andare in fallimento. E si parla di molte persone coinvolte. Si calcola infatti che ci siano circa 33mila imprese a rischio rispetto alla situazione contingente.

Gli addetti ai lavori spiegano che al momento i crediti pervenuti alle banche sono esigibili. Nessun problema dunque per chi ha gia iniziato le attività di ristrutturazione ed efficientamento energetico. Ma il rovescio della medaglia è rappresentato dalla svalutazione che subiranno i crediti per i cittadini a partire dal 1 di luglio. Il rimborso dunque sarà monetizzato in misura inferiore rispetto al credito ceduto.

La motivazione è rappresentata dal vincolo di compensazione cui sono sottoposti gli istituti finanziari. In pratica non possono acquistare crediti fiscali superiori alle imposte e ai contributi versati. Da qui l’inevitabile dietrofront delle banche che non sono più nelle condizioni di acquistare i crediti fiscali a loro proposti all’interno del meccanismo del Superbonus. A questo punto urge un intervento a monte che sistemi le posizioni in essere per evitare un disastro annunciato.

PAOLA FERRARO

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