Rischia lo sfratto nonostante paghi l’affitto: colpa del mutuo del proprietario

L’incredibile storia che coinvolge un lavoratore residente in Emilia Romagna, lo sfratto è esecutivo ed inderogabile: il ruolo dell’amministrazione di Portomaggiore

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Comune di Portomaggiore (Screenshot)

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia che ha davvero dell’incredibile. Una storia nella quale si intrecciano la crisi economica in corso, la dignità di un lavoratore e della sua famiglia, l’incuria e l’avidità di un proprietario e l’oggettiva impotenza di una amministrazione comunale. Vediamo i dettagli.

La storia si svolge in Italia ma affondo le sue radici in Marocco la terra nella quale sono nati il proprietario di un appartamento siti nel corso principale del Comune di una cittadina del Nord Italia ed il locatario dell’appartamento stesso. Tre anni fa i due stipulano un contratto di locazione.

Per il proprietario è una bella entrata, la casa è sfitta ed avere un inquilino, peraltro connazionale e fidato, è una sicurezza. Per il locatario è la realizzazione di un sogno, lui lavoratore come carrellista, ed a tempo indeterminato, in una azienda di zona può ricongiungersi con la moglie e i due figli.

L’incredibile sfratto nel Comune di Portomaggiore

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Protesta anti Sfratti (Foto Twitter)

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Il lavoratore paga i due mesi di anticipo e per tre anni versa regolarmente l’affitto pattuito. Finché ad inizio del 2022 arriva una doccia gelata. Si presente un messo del Tribunale di Ferrara che comunica all’inquilino che la casa, posta su Corso Vittorio Emanuale a Portomaggiore, è sotto sequestro e lui e la sua famiglia devono andarsene nonostante non ci sia morosità.

Il motivo, come accade in tante situazioni in questo periodo di crisi economica, è l’impossibilità da parte del proprietario di casa di pagare il mutuo. Mutuo che in realtà era meno della cifra versata mensilmente come affitto. Ma tant’è, la casa è finita all’asta.

Per il lavoratore, Rabie Benomar, questo il suo nome, 39 anni nato in Marocco ma residente a Portomaggiore dal 2015 iniziano mesi di ansia con il surplus del rischio di vedere i figli affidati ai servizi sociali.

Il resto è una storia di burocrazia ottusa, incapace di concedere una proroga fino al reperimento di un nuovo alloggio, di una amministrazione che fatica a trovare in sé la solidarietà necessaria ad evitare un disastro familiare.

Ed il velo di fondo di intolleranza che ormai alberga nel profondo, un velo di intolleranza che impedisce a Rabie di trovare un regolare affitto nella zona dove, qualche anno fa ha deciso di vivere e mettere radici.

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