Nuovo reddito di Cittadinanza 2023: ecco chi rischia di perderlo

Il nuovo Governo, dopo aver vinto le scorse elezioni, come da programma, sta seriamente pensando di apportare delle sostanziali modifiche.

reddito cittadinanza
foto Canva

In questi giorni, come si è visto, c’è stato un gran fermento tra i vari partiti che si sono candidati alle elezioni politiche che il 25 settembre scorso hanno chiamato alle urne gli italiani.

Così, dopo delle lunghe e accese campagne elettorali, alla fine, a spuntarla, in maniera abbastanza schiacciante, è stato Fratelli d’Italia, capitanato dalla Giorgia Meloni.

In questo contesto, dove tra l’altro i festeggiamenti per la vittoria si sono effettuati volutamente con un basso profilo, si attendono le prossime mosse che verranno applicate sulla linea del programma della suddetta coalizione del centro-destra.

Naturalmente, quindi, si sta già discutendo sul fatto che ci saranno inevitabilmente dei cambiamenti a ciò che era stato proposto in precedenza da altri partiti.

Insomma, queste modifiche possono, perciò, riguardare vari temi, come, per esempio, la questione delle bollette, delle tasse, e anche del chiacchieratissimo Reddito di cittadinanza.

Quest’ultimo, come molti sanno, si tratta di una misura che era stata messa in atto proprio per contrastare la dilagante povertà sia tra i cittadini italiani che extracomunitari.

In effetti, Meloni lo ha ribadito più volte, e non ha di certo fatto un mistero del fatto di non averlo mai visto di buon occhio.

Molto chiara, quindi, è sempre stata la presa di posizione della leader di Fratelli d’Italia che, anche negli ultimi giorni, ha sottolineato la differenza tra chi può lavorare e chi non ne ha effettivamente modo.

La libertà del lavoro, perciò, è qualcosa a cui, secondo Meloni, deve essere posta in evidenza, prima ancora di un sussidio che mette sullo stesso piano persone di diversa categoria.

Gli altri dettagli

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Insomma, a differenza di quello che pensa Giuseppe Conte alla guida di Movimento Cinque Stelle, la lotta alla miseria probabilmente verrà gestita in un altro modo.

A quanto pare, quindi, si continuerà a sostenere tutti quei soggetti che veramente possono definirsi fragili e che non sono in grado di svolgere un impiego.

In poche parole, perciò, questa misura potrebbe anche rimanere, nonostante si fosse parlato persino di una possibile futura abolizione.

Così, da quello che si evince, è facile che il nuovo Governo apporterà una sorta di restyling del sussidio in questione.

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