Truffa INPS: la scoperta della Guardia di Finanza

Un’indagine della Guardia di Finanza ha scoperchiato una truffa ai danni dell’INPS per migliaia di euro: il meccanismo era quello dei falsi braccianti. Tutti i dettagli

Guardia di Finanza (Foto Wikicommons)
Guardia di Finanza (Foto Wikicommons)

Blocco dei beni per migliaia di euro, evasione fiscale per oltre sei milioni, ben 319 persone indagate. Sono queste le fredde cifre di una clamorosa operazione condotta della Guardia di Finanza. Un’operazione scattata al fine di interrompere una truffa ai danni dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS.

Il blitz delle Fiamme Gialle contro i truffatori è scattato nel corso del fine settimana appena trascorso ma la notizia è stata resa nota solo alla prime ore di lunedì 3 ottobre. Una truffa che ha come scenario il mondo agricolo e che come detto ha coinvolto centinaia di persone in un reticolo di connivenza, malaffare e omertà che ha davvero pochi precedenti.

Il teatro della truffa è il territorio della Provincia di Lecce uno dei territori più sviluppati del Meridione ma con ancora un fiorentissimo settore agricolo. Ecco tutto quello che hanno scoperto i Finanzieri del Comando salentino.

INPS, truffa da mezzo milione per falsi braccianti

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La truffa aveva come oggetto tutta una serie di reati che andavano dalle assunzioni finte al fine di ottenere prestazioni dall’INPS, all’evasione fiscale passando per le false comunicazioni sociali. Il meccanismo prendeva vita pubblicando su vari quotidiani locali offerte di lavoro come bracciante.

In questo modo i truffatori guidati da un imprenditore agricolo di Copertino centro di 25.000 abitanti nel leccese facevano emergere un’impresa di grandi dimensioni con la necessità di un ampio ricorso alla manodopera. I braccianti venivano regolarmente assunti, ma dopo poco più di un mese di attività, venivano licenziati ottenendo cosi i benefici concessi dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Nel dettaglio assegni di disoccupazione, assegni per il nucleo familiare, assegni per la copertura della malattia e perfino assegni di maternità. Ma non solo, i truffatori registravano contratti di affitto di fondi agricoli per migliaia di euro. Il problema è che tutto questo non esisteva nella realtà.

Non esistevano i fondi agricoli, non esisteva l’attività agricola ed i braccianti non erano altri che correi. Il tutto è andato avanti dal 2013 al 2019 quando ad inizio del 2022, a seguito di una segnalazione, è scattata l’indagine dei militari in servizio presso la Caserma di Porto Cesareo. Ad inizio ottobre il cerchio si è chiuso. La truffa ha fruttato quasi sei milioni di euro di introiti, gli ora indagati rischiano dai 2 ai 7 anni di carcere

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