Flat Tax: ecco a chi andrà peggio con la riforma

La riforma della flat tax voluta dal nuovo governo potrebbe andare a pesare sulle tasche di due categorie specifiche di contribuenti, quali?

Scalone fiscale flat tax conseguenze lavoratori dipendenti pensionati
(Adobe)

Conclusasi da poco la riunione del Consiglio del Ministri per discutere la nuova manovra finanziaria, una cosa almeno è chiara. Il nuovo governo ha voluto la flat tax e l’ha ottenuta. Con questa manovra non si è fatto altro che alzare la soglia di reddito entro cui i lavoratori autonomi devono versare il 15% di fatturato come Irpef. Se prima la soglia era fissata a 65mila euro, con la flat tax si è arrivati a 85mila.

In tal modo i lavoratori autonomi che fatturano fino a 85mila euro annui potranno continuare a beneficiare del regime a Partita Iva forfettaria. Ma quali sono le conseguenze di questa manovra per gli altri contribuenti? Secondo una ricerca commissionata dalla Uil, gli effetti dell’imposta forfettaria potrebbero comportare un grave scalone fiscale.

La ricerca Uil mette in luce i problemi della flat tax: lo scalone fiscale è notevole!

Il pagamento dell’Irpef allo Stato, infatti, andrà a pesare per più del 96% sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati. Un esempio pratico può aiutare a chiarire la questione: una lavoratore autonomo che fattura fino a 85mila euro all’anno andrà a pagare l’800% in meno di tasse rispetto a un lavoratore dipendente. Trasformando le percentuali in numeri, dunque, un autonomo spenderà in tasse fino a ben 27mila euro in meno rispetto a un suo collega lavoratore dipendente. E questo a parità di reddito!

Tra pensionati e lavoratori dipendenti, infatti, si arriva a versare il 96,3% dell’Irpef. In particolare ai pensionati spetta il 35,2% dell’imposta e ai dipendenti il 61,1%. Alzando il tetto reddituale entro cui gli autonomi possono continuare a beneficiare del regime forfettario si va dunque a eliminare una fetta ulteriore di lavoratori a Partita Iva che pagavano almeno una parte dell’Irpef allo Stato.

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A corredo dello studio, dalla Uil hanno così commentato lo scalone fiscale: si tratta di “una differenza enorme che non trova giustificazione. Uno Stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione“.

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