Cartelle esattoriali addio, la pessima notizia per le nostre tasche

Le cartelle esattoriali sono uno strumento sempre più temuto dagli italiani che hanno debito con il Fisco. La questione di Amatrice

Cartelle esattoriali
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Quando si parla di pace fiscale, una tregua (o una passata di spugna un sfregio a chi le tasse le ha sempre pagate) tra Stato e alcuni cittadini, si pensa subito alle cartelle esattoriali.

Strumenti con i quali l’Erario chiede i soldi, con gli interessi. E se molti le imposte non l’hanno pagate perché se ne sono fregati, molti non l’hanno potuto fare perché la crisi c’è, è pesante, e molte attività hanno ricevuto bollette maggiorate anche dii oltre il 100% rispetto all’anno precedente.

Cartelle esattoriali: cosa sta succedendo

Qualche giorno fa il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi ha rivelato che Agenzia delle Entrate e Inps hanno bussato alla porta chiedendo 90mila euro per i ritardi nel pagamento di spettanze fiscali e previdenziali.

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Dunque chi aspettava la cancellazione delle cartelle esattoriali al momento è rimasto di stucco. Quel territorio ha subito prima il terremoto e nel 2020 come tutto il mondo il virus.

L’Agenzia delle Entrate attende 1,1 miliardi di euro di debiti inesigibili al 90%. Importanti le parole del Pg di Brescia Guido Rispoli che ha spiegato che su oltre due miliardi e 17 mila euro di eseguibile per condanne definitive tra il 2019 e il 2020 “ne sono stati riscossi lo 0,046%”.

In alcuni casi la riscossione è da rivedere perché in caso di errori il cittadino che la riceve, facendo ricorso, può ottenere la cancellazione.

È il caso dell’ordinanza numero 34634 del 24 novembre 2022 della Cassazione che ha annullato una cartella che riportava solo gli interessi, senza motivare “congruamente” il parametro normativo.

Quella delle tasse è un tema che accalora sempre. Da anni c’è una parte politica (sostenuta da alcuni giornali) che vede come male assoluto ogni attività dell’Agenzia delle Entrate. Fa leva sui sentimenti degli italiani che – è noto – la maggior parte sono furbetti e non amano neanche sentire la parola tasse.

Dall’altra parte c’è spesso un Fisco preciso, soprattutto quando deve prendere, e cieco in alcune occasioni. Soprattutto sordo quando non vuole sentire.

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Le tasse vanno pagate, tutte. Il problema è che devono farlo tutti, altrimenti le istituzioni preposte alla riscossione continueranno a svuotare sempre le tasche dei soliti con chi non paga che ha anche il coraggio di lamentarsi.

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