Pensioni, ecco le date dei pagamenti di Febbraio

Il pagamento delle pensioni è previsto nei primi giorni di ogni mese, scopriamo dunque quali sono le date per i versamenti di febbraio.

Pagamento pensioni febbraio calendario
(Adobe – bonificobancario.it)

Il pagamento delle pensioni di febbraio è previsto dal primo al settimo giorno del mese. Nel caso degli accrediti su conto corrente, essi avverranno il primo giorno del mese, mentre per i cedolini pensionistici da ritirare alla posta si dovrà rispettare il classico calendario suddiviso per cognome. E affisso davanti a ogni ufficio postale di competenza.

Si tratta di circa 12.800 uffici ove sarà possibile recarsi per prelevare la pensione secondo il seguente calendario, suddiviso per cognomi:

  • dalla A alla B: 1º febbraio 2023;
  • dalla C alla D: 2 febbraio 2023;
  • dalla E alla K: 3 febbraio 2023;
  • dalla L alla O: 4 febbraio 2023 (solo la mattina poiché si tratta di un sabato);
  • dalla P alla R: 6 febbraio 2023;
  • dalla S alla Z: 7 febbraio 2023.

Pagamento pensioni: quando arriveranno gli arretrati per l’adeguamento?

Ma per quanto riguarda il pagamento pensioni c’è anche un altro elemento da prendere in considerazione. E cioè lo slittamento dell’aumento pensione previsto per febbraio che finirà invece a marzo. Stando a quanto comunicato dall’INPS, l’ente che si occupa dell’erogazione dei cedolini pensionistici, da marzo partirà l’adeguamento pensione e arriveranno anche gli arretrati dovuti.

Tale rivalutazione sarà dovuta a tutti coloro che percepiscono una pensione fino a 2.101,52 euro, vale a dire fino a 4 volte la cifra minima. Come si legge nella nota pubblicata dall’INPS: “per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di bilancio“.

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L’aumento della pensione minima è una manovra voluta in particolare dal partito di maggioranza Forza Italia, che conta di portare la cifra fino a 1.000 euro mensili entro la fine del mandato governativo. Tale manovra, tuttavia, rischia di pesare enormemente sulle casse dello Stato. Nonché di provocare un aumento delle tasse dovute nel caso, con l’aumento, si finisca a sforare la propria fascia di reddito.

In questo senso, però, la riforma Irpef per le fasce di reddito che il governo vorrebbe attuare potrebbe andare a stabilizzare la situazione per tutti i redditi entro i 50mila euro annui. Per il quali la tassazione Irpef sarà fissata al 27%, di contro all’attuale 35%.

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