Chi non paga le tasse può farla franca | Arriva l’obbligo per il Fisco

Con la nuova riforma fiscale è stato introdotto l’obbligo per il fisco di rispondere alle richieste di autotutela da parte dei contribuenti.

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(Adobe – bonificobancario.it)

La riforma fiscale prevista dal governo guidato da Giorgia Meloni si basa su un principio fondamentale. Migliorare la comunicazione tra fisco e contribuenti al fine di incentivare l’auto-adempimento nel pagamento delle imposte. Ed è in questa direzione che il ministro dell’Economia Maurizio Leo ha approcciato la questione degli accertamenti fiscali.

In particolare si sta riformando l’approccio all’autotutela, cioè a quella pratica che permette ai contribuenti di comunicare al fisco di aver già effettuato un pagamento per cui l’AdE ha inoltrato un sollecito. Quando si ricorre all’autotutela, infatti, si presenta tutta la documentazione necessaria ad attestare l’avvenuto pagamento, al fine di non doverlo effettuare una seconda volta dando seguito al sollecito del fisco.

Il fisco ha l’obbligo di rispondere alle istanze di autotutela: ci si sta lavorando al ministero dell’Economia

Se l’Agenzia delle Entrate, però, non risponde all’istanza, il contribuente non può fare appello al silenzio-assenzo. Ma anzi dovrà riproporre il pagamento una seconda volta, oppure decidere di intraprendere vie legali contro il fisco. Ma dal momento che questa seconda pratica è molto dispendiosa, sia in termini economici che di tempo, molti preferiscono pagare due volte piuttosto che finire in aula. Soprattutto quando si tratta di cifre non elevate.

Ma è proprio rispetto alla risposta dell’Agenzia delle Entrate che la manovra sta lavorando. Introducendo l’obbligo per il fisco di rispondere alle istanze di autotutela, sia nel caso di accoglimento che di rifiuto della domanda. In tal modo si renderà più efficace la pratica dell’autotutela.

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Inoltre la speranza è anche quella di andare a ridurre il numero di contenziosi in tribunale e quindi della spesa derivante da tali processi e sentenze. Stando ai dati raccolti fino al 30 settembre 2022, infatti, i contenziosi erano circa 274mila, di cui solo il 50% era vinto in tribunale dall’Agenzia delle Entrate. Al fine di snellire le spese nella riscossione delle imposte, la riforma per l’autotutela potrebbe dunque risolvere molti impacci burocratici.

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