Falsi rimborsi INPS: come funziona la truffa

L’ennesimo caso di truffa online sta sfruttando il nome dell’INPS per promettere falsi rimborsi e carpire dati sensibili alle vittime malcapitate.

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(Adobe – bonificobancario.it)

Quando si parla di truffe online si usa un termine ben specifico: phishing. Con questa parola si fa infatti riferimento a quella modalità di truffa che sfrutta i mezzi tecnologici per estorcere dati sensibili alle vittime malcapitate. Lo scopo è quello di accedere a conti bancari oppure a carte bancomat, facendo ricorso a email o sms che forniscono comunicazioni e dati fallaci.

Negli ultimi tempi, inoltre, è diventato di uso comune per i truffatori sfruttare il nome di enti accreditati per conferire legittimità alle proprie comunicazioni. Un caso eclatante è quello della truffa dei falsi rimborsi a nome INPS, rivolta principalmente ai pensionati. Proprio a causa della poca dimestichezza con i mezzi tecnologici, infatti, questi ultimi cadono più spesso vittima di queste false promesse.

Falsi rimborsi e dati bancari mancanti: attenzione alle mail fraudolente a nome INPS

Ecco alcune tipologie di truffe a nome INPS:

  • richiesta di pagamenti per contributi non versati. In questo caso l’ente previdenziale ha messo in evidenza che si tratta di testi solitamente scritti in italiano corretto (non è sempre detto che sia così nel caso delle truffe online), ma le modalità suggerite per il pagamento non provengono da INPS.
  • Promessa di falsi rimborsi tramite questa comunicazione: “con la presente comunicazione la informiamo che il nostro sistema automatico INPS ci ha indicato che lei soddisfa tutti i requisiti e le condizioni per recuperare l’importo di 715 euro sulle tasse o i contributi pagati nell’anno 2022. Tuttavia, abbiamo provato ad effettuare il pagamento dell’importo indicato tramite bonifico bancario e l’operazione non è andata a buon fine perché i suoi dettagli bancari che sono nel nostro possesso risultano errati o incompleti“.

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Inutile dire che si tratta di una comunicazione non legittima, il cui scopo è esclusivamente quello di accedere ai dati sensibili degli utenti. Quando ci si trova a comunicazioni di tipo sospetto, dunque, è sempre bene contattare direttamente l’INPS e controllare la provenienza delle comunicazioni. Ad esempio tramite il dominio di provenienza della mail in questione, che non sarà quello ufficiale INPS.

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