Come compilare la certificazione unica nel 2023: quali sono le novità

Certificazione Unica 2023: cosa devono sapere i datori di lavoro e gli enti previdenziali che si devono occupare di inviare il documento

Certificazione Unica 2023
Adobe – Bonificobancario.it

Entro il 16 marzo 2023 i sostituti d’imposta (i datori di lavoro) hanno l’obbligo di trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica.

Il termine ultimo è dunque lo stesso dello scorso anno ma ci sono comunque delle novità. Per le certificazioni uniche che invece riguardano esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi precompilata, il termine è fissato al 31 ottobre 2023. La stessa data coincide con la scadenza per la presentazione del modello 770.

Certificazione Unica 2023: i dati che il datore di lavoro deve inserire

La Certificazione Unica 2023 può essere presentata in due modi: direttamente dal soggetto tenuto ad effettuare la comunicazione oppure tramite un intermediario abilitato.
Nel primo caso, vediamo quali sono gli errori da non commettere perché potrebbero esserci degli errori.

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In particolare, i dati da mostrare nella Certificazione riguardano:

i redditi corrisposti nell’anno indicato nell’apposito spazio, le ritenute operate, le detrazioni effettuate e i dati previdenziali ed assistenziali. Sono infomozioni che riguardano la contribuzione versata e/o dovuta e infine l’importo dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore che sono stati versati o dovuti allo stesso ente previdenziale.

L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che “l’esposizione dei dati da indicare nella certificazione deve rispettare la sequenza, la denominazione e l’indicazione del numero progressivo” che prevede lo schema di certificazione unica.

Il sostituto d’imposta può essere anche l’ente pensionistico per chi ogni mese riceve l’indennità. Questi o il datore di lavoro è obbligato alla trasmissione della certificazione e innanzitutto dovrà provvedere alla compilazione dei dati anagrafici.

Chi rilascia la certificazione deve riportare i propri dati identificativi, il codice fiscale (attenzione in questo caso, non il numero di Partita Iva) e l’indirizzo completo della propria sede. Anche il codice dell’attività svolta in via prevalente.

I dati da inserire nelle apposite sezioni

Nella sezione Dati relativi al dipendente, pensionato o altro percettore delle somme si devono indicare i dati anagrafici del contribuente, il codice fiscale, il domicilio fiscale al 1 gennaio 2022 e quello del 1 gennaio 2023. Nel secondo caso se diverso rispetto al primo e soltanto se la residenza è stata trasferita in un altro Comune. Oppure se il contribuente risiede in un Comune nato dal distacco di uno o più territori che continuano ad esistere.

Dati fiscali

In questa sezione dovranno essere indicati:

le somme e i valori assoggettati a tassazione ordinaria, i compensi ottenuti con ritenuta a titolo d’imposta o quelli assoggettati ad imposta sostitutiva. E ancora, i compensi assoggettati a tassazione separata e tra questi figurano gli arretrati di anni precedenti.

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Vanno riportati anche le indennità di fine rapporto di lavoro dipendente, inclusi i relativi acconti e anticipazioni, gli oneri e gli altri dati utili all’eventuale presentazione della dichiarazione dei redditi. In questo ultimo caso, ad esempio i giorni di lavoro dipendente e/o pensione.

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