Tasse I la riforma dell’Irpef premia i redditi alti

Tasse (Pixabay) – Bonificobancario.it

Il governo sta studiando la riforma fiscale con particolare attenzione alle aliquote Irpef che dovrebbero passare da quattro a tre

Il governo si concentra sulle riforme da fare che riguardano diversi campi. In alcuni casi le richieste arrivano direttamente dall’Unione europea, in altri le riforme allo studio sono figlie dell’indirizzo politico della nuova maggioranza italiana. Tra queste c’è la riforma fiscale richiesta dalla Commissione europea all’Italia perché ritenuta troppo pesante a farraginosa.

Il primo obiettivo del governo è quello dfi ridurre le aliquote fiscale da quattro a tre. Oggi le aliquote sono divise in quattro fasce dopo la riforma del governo Draghi che le aveva ridotte da cinque. La prima è quella sui 15 mila euro di reddito, sulla quale grava l’imposta del 23 per cento. Poi c’è la fascia di reddito che va da 15 a 28 mila euro, che prevede l’imposta del 25 per cento.

Fisco, la riforma che premia chi guidagna di più

Coloro che guadagnano da 28 a 50 mila subiscono il prelievo del 35 per cento. Infine, per chi guadagna da 50mila euro e oltrepaga il 43 per cento. L’attuale riforma allo studio prevede, invece, tre aliquote. Le due aliquote centrali andrebbero ad unirsi in una sola soluzione mentre sarebbe eliminata l’aliquota del 43 per cento da sostituire con una terza aliquota più bassa.

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Secondo i primi calcoli il prisparmio maggiore sarebbe per coloro che guadagnano da 35mila euro a salire. Infatti, per costoro il risparmi osarebbe di crica 400 euro annui. I redditi da 50 mila euro invece risparmierebbe fino a 700 euro di tasse mentre dai 60mila euro a salire si andrebbe oltre 1.000 euro di tasse.

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Si tratta, tuttavia, di una bozza. L’impostazione, però, è indirizzata a dare maggiori sostegni a coloro che guadaganno di più. Resta il dubbio suille risorse da trovare per operare questi tagi che farebbero incassare diversi miliardi in meno allo Stato con conseguenze determinanti sul walfare. Già da quest’anno sono minori le risorse per i sussidi a chi non trova lavoro e per la scuola pubblica che prevede tagli per 700.000 scuole circa in tutta Italia allo scopo di ridurre il personale ata.

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