Lavoro Povero, tra offerte truffa e diritti non rispettati

E’ sempre più diffuso in Italia il concetto di lavoro povero, un lavoro retribuito sotto la media salariale di legge. Ecco di cosa parliamo

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Lavoro Povero (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Lo dicono tutte le statistiche più recenti. Le nuove generazioni sono una delle categorie più a rischio di povertà dell’intero sistema economico italiano. Il lavoro è sempre più mal pagato e i nati dopo il 1990 sono la principale vittima di questo stato di cose. I datori di lavoro offrono posti con orari sempre più onerosi a salari sempre meno aderenti ai contratti nazionali di categoria.

Una spaventosa percentuale dei fuori sede è vicina o addirittura dentro alla fascia di povertà. Il 40% dei lavoratori sotto i 35 anni è assunta con forme contrattuali on standard, come ad esempio tempo determinato, part-time non richiesto o semplici forme di collaborazione. Non diverso il numero delle forme di lavoro senza contratto ufficiale.

I datori di lavoro continuano però a dare la colpa agli stessi giovani. Li bollano come individui pigri che non hanno voglia di mettersi in gioco. Mentre il problema delle nuove generazioni è semplicemente quello di avere in interesse il valore del tempo e del lavoro.

Lavoro Povero, il caso del Veneto

Le nuove generazioni hanno competenze che tramite questo genere di trattamento vengono vanificate. Come il caso avvenuto nella zona di Bassano del Grappa città di 40.000 abitanti in Provincia di Vicenza. Una trentatreenne laureata all’Università di Vicenza in “Sicurezza Alimentare”. La donna dopo diversi anni di precariato aveva accumulato solo contratti che non superavano i sei mesi. Salvo quello che coincideva con la maternità in seguito alla nascita della figlia.

Questi contatti poi non superavano i 600 euro mensili. Situazione condivisa da centinai di lavoratori nel nostro paese. La trentatreenne dopo una grande gavetta nel settore era riuscita a farsi assumere come impiegata d’ufficio in un’azienda del settore alimentare, ma dopo due giorni è stata spostata di settore. Dall’ufficio al reparto di produzione.

La spiegazione del datore di lavorare è stata “abbiamo bisogno di personale in produzione”. Le nuove generazioni sono usate come pedine, uomini o donne che siano. La svalutazione del lavoro è un problema serio che affligge e condiziona l’economia. Non si può ignorare il problema in eterno.

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