Un imbarco negato che ha dell’incredibile: la decisione della compagnia aerea lascia di stucco. Ecco il motivo che ha negato la partenza
Una vicenda che ha dell’incredibile. Immaginatevi di trovarvi in aeroporto e siete pronti a prendere il vostro aereo ma siete “vittime” di un imbarco negato. Sicuramente si inizia ad andare nel panico, in quanto la situazione è di certo inaspettata. In questo caso si inizia a pensare subito ad una situazione alternativa o se c’è una politica di rimborso, ma questa è sicuramente una storia assolutamente singolare.
Si tratta di Rubin Swift, cittadino americano di 43 anni, era in viaggio verso Phoenix. Il suo compito era molto delicato, ovvero quello di precipitarsi nella capitale dello Stato dell’Arizona per poter prendere in custodia la sua figlia biologica, appena nata da una relazione precedente. Fin qui tutto normale: giunto in ospedale e prelevata la piccoletta, torna in aeroporto per poter effettuare il viaggio di ritorno ma è qui che è successo l’imprevisto: gli viene negato l’imbarco.
Imbarco negato al padre con la figlia: qual è il motivo?
Runi Swift arriva finalmente in aeroporto, dopo aver preso in custodia la figlia, e sfruttando un passaggio di una volontaria dell’ospedale di Boston. Giunto a gate dell’aeroporto, l’imbarco negato si è palesato subito lasciando l’uomo nello sconforto totale. Il motivo: la bambina era nata da appena quattro giorni, e l’ospedale aveva dichiarato che il certificato di nascita avrebbe impiegato almeno 7 giorni per essere prodotto.
Ed è qui che l’uomo cade totalmente nello sconforto. Rimasto bloccato in aeroporto e con una bambina così piccola, avrebbe potuto creare seri problemi alla neonata. Ma anche a sé stesso, che sarebbe stato accusato anche di cattiva gestione di infante. Oltre questo, la politica della compagnia aerea era ferrea: non consentiva ai bambini inferiori ai 7 giorni di volare, e oltre alla mancanza del documento c’era anche un tema di sicurezza ed età della piccola. Swift sarebbe dovuto restare in aeroporto 3 giorni, col rischio di peggiorare la situazione sua della bambina. Ma ecco che accadde il miracolo.
In tasca, ha trovato il biglietto con il numero di telefono dell’accompagnatrice volontaria, che ha assistito la bambina alla clinica neoatale. Di nome Joy Ringhofer, una volta raggiunta al telefono non si è fatta pregare. Ha ospitato per giorni il signor Swift e la bambina, nonostante fosse un completo sconosciuto, assicurandogli una permanenza tranquilla e soprattutto controllata. Una soluzione insperata, arrivata da un bigliettino ormai dimenticato in tasca. Questo a dimostrazione che, anche quando il mondo sembra caderci addosso, c’è sempre un angelo da qualche parte che è pronto a venirci incontro, incondizionatamente e senza pretese.