Rimborsi a tempo di record: l’incredibile caso della banca italiana

Sale agli onori della cronaca un tema delicatissimo in termini di tutela dei consumatori, parliamo dei rimborsi dovuti dalla banca ai propri clienti.

Agli ex clienti di Banca Etruria vengono imposti tempi record per sanare, nell’apposito portale, i dati dell’IBAN. Due settimane lavorative prendere o lasciare. Appena 14 giorni per completare procedure che, in Italia, normalmente, richiedono settimane se non mesi di verifica. È il drammatico caso che sale agli onori della cronaca in questi giorni. Un caso di scuola in termini di tutela dei consumatori. Vediamo qualche dettaglio

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Rimborsi banca (Foto Canva – bonificobancario.it)

Chi nel tempo è stato cliente di Banca Etruria, si è visto spostare spesso in altre sedi bancarie. In un primo momento incorporato in UBI, che è stata successivamente incorporata a sua volta nel gruppo Banca Intesa. Solo queste rappresentano 3 variazioni di IBAN. E in un periodo relativamente breve. Ma non finisce qui. Si perché esistono alcuni individui che, al tempo, erano clienti di una delle tante filiali che Banca Intesa aveva acquisito da UBI. Filiali che successivamente sono state cedute a BPER. Quindi una potenziale quarta variazione.

Rimborsi Banca: il caso dell’ex Etruria

Numeri da capogiro, soprattutto se si va a considerare che ora, a questi clienti viene chiesto di rendicontare ogni cambiamento dell’ultimo periodo, nel tempo massimo di 14 giorni lavorativi. Si parla di quasi 1300 persone solo nel territorio di Arezzo, il cuore dell’istituto di credito. Ma potenzialmente molte di più. Persone che, dovranno recarsi di persona, nella sede bancaria di riferimento, chiedere l’aggiornamento dell’IBAN, compilare le dovute carte e riportare il tutto sul portale specifico.

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Rimborsi banca: sportello – (Foto Canva – Bonificobancario.it)

Ancora più complessa, la parte riservata agli eredi, che a tutta questa trafila, dovranno anche aggiungere i documenti relativi alla successione. Ripetiamo, tutto ciò in un tempo massimo di 14 giorni lavorativi. Tempi che in Italia, giustamente viene fatto notare, non sono plausibili. La poca efficienza del progetto, che punta ad aiutare le vittime ritrovatesi coinvolte in questi schemi economici. Di questo passo non risulterà altro che l’essere l’ennesimo danno a questi clienti e consumatori.

Clienti che, combattono con queste problematiche da ormai 8 lunghissimi anni e che, soprattutto, nel meritato periodo di riposo estivo, tutto vogliono fare meno che impelagarsi con le date e gli obblighi dettati dalla politica economica italiana. A difesa di questi consumatori sono scese in campo tutte le principali associazioni a tutela. In particolare, Federconsumatori che ha scritto una lettera aperta ai parlamentari che hanno preso parte alla stesura dell’emendamento e al suo proponente, Nicola Ottaviani. La battaglia è appena iniziata

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