Congedo parentale, una categoria di lavoratori rimane fuori dello schema

La prima Legge di Bilancio del Governo guidato dal Presidente Giorgia Meloni ha affrontato, con nettezza, il tema del congedo parentale. Ecco chi ne ha diritto e chi resta escluso dal dettato legislativo.

Si torna a parlare del congedo parentale, un intero mese di congedo lavorativo, con retribuzione pari all’80% dello stipendio normalmente recepito dal dipendente. Con però, un’intera categoria di lavoratori che sembra essere stata esclusa in tronco. Andiamo a scoprire chi è a rischio e perché. Come già accennato, si torna a parlare di congedo parentale.

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Congedo parentale (Foto Canva – bonificobancario.it)

La più recente Legge di Bilancio ha, infatti, modificato alcune righe della norma che lo garantivano indistintamente a tutti i lavoratori. Ad oggi sono previsti 30 giorni di congedo, con regolare entrata dello stipendio, ridotto all’80% della sua regolare rata mensile. Una fascia intera di lavoratori è però stata esclusa.

Congedo parentale, i militari esclusi dal beneficio

Tutti coloro che si trovano all’interno delle forze armate infatti, al momento, non hanno diritto di fare richiesta per questo specifico tipo di congedo. Ma con quale giustificazione viene esclusa in massa, una fascia così ampia di lavoratori?

Congedo parentale - padre e figlio - bonificobancario.it 20230725
Congedo parentale: padre e figlio (Foto Twitter – bonificobancario.it)

C’è da dire che la decisione è postuma alla legge di bilancio, infatti i finanziamenti per gli stipendi all’80% dei militari, sono previsti nei numeri diffusi e sui quali si è lavorato fino a poco tempo fa. Ma se era già tutto pronto, come mai è stata cambiata idea? Ebbene, il punto focale che è giunto all’occhio degli interessati è uno solo. I dipendenti delle forze armati già vantano uno specifico congedo, molto simile a quello proposto dallo stato.

Ma nettamente più favorevole un militare al quale nascono dei figli, ha diritto a 45 giorni per intero di congedo. E non si parla dell’80% della retribuzione, qui si otterrebbe il 100% per l’intero congedo. Viene da sé la riflessione. A queste categorie non conviene far richiesta del congedo statale, a meno che questo non sia in qualche modo cumulabile con il congedo interno dell’Arma. Inoltre, se il richiedente ottenesse il congedo state in sostituzione a quello interno, correrebbe anche il rischio di dover restituire quello che aveva potenzialmente ottenuto in precedenza.

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