Morbo di Alzheimer: i diritti poco conosciuti di cui possono godere i familiari dei malati

Morbo di Alzheimer. Non tutti sanno che i familiari che si occupano di una persona affetta da questa patologia possono ottenere importanti agevolazioni. Scopriamo quali

Morbo di Alzheimer
Morbo di Alzheimer – Foto da Pixabay

Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa del cervello, caratterizzata da un progressivo e inevitabile declino delle capacità di memoria e di ragionamento.

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Nel nostro paese ne soffrono circa 600 mila persone, numero impressionante derivato anche dall’invecchiamento della popolazione. Fu individuata per la prima volta dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer durante i primi anni del XX secolo. Entro il 2050 si stima che ne sarà affetta 1 persona su 85. Ad oggi, purtroppo, non esiste una cura ma vengono trattati solo i sintomi per rallentarne il decorso.

Morbo di Alzheimer: gli aiuti per i familiari che si occupano di una persona malata

Morbo di Alzheimer
Morbo di Alzheimer – Foto da Pixabay

Poichè il Morbo di Alzheimer compromette le capacità cognitive di chi ne è affetto, va da sé che pregiudichi anche l’autonomia del malato che, quindi, ha bisogno di assistenza continua.

Non è una notizia assai diffusa che chi si occupa di un paziente con questa patologia può avere delle importanti agevolazioni. La qualità della vita viene enormemente inficiata, bisogna rinunciare a momenti significativi della sfera lavorativa e personale. L’impegno e la cura diventano così totalizzanti che sono in molti a prendere la decisione di lasciare il proprio impiego per dedicarsi unicamente alla persona cara.

Per questo motivo, insieme all’invalidità del 100%, si può richiedere anche un’indennità di accompagnamento pari a 522,10 euro, a prescindere dal reddito. Per farne richiesta però non è sufficiente la certificazione medica; bisogna integrare la domanda con l’accertamento sanitario da parte dell’INPS tramite una specifica commissione che verificherà lo stato di invalidità e il conseguente diritto all’accompagnamento.

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In caso ci si trovi davanti a familiari lavoratori, questi possono usufruire di ore di permessi speciali, chiedere il pensionamento anticipato (purché abbiano maturato 30 anni di contributi) e un congedo di due anni (continuando a percepire lo stipendio).

Tuttavia, ci sono dei paletti. La parentela non deve andare oltre il terzo grado e l’accudente deve vivere nella stessa abitazione o presso lo stesso numero civico del malato (che abbia almeno 65 anni d’età).

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