Pace fiscale, tutto fermo per un intoppo burocratico: cosa sta accadendo

Bloccata la sanatoria degli avvisi bonari alle partite Iva: non parte la pace fiscale a causa di un problema burocratico.

Calcolatrice conto corrente cointestato
(Steve Buissinne – Pixabay)

A causa di un problema burocratico la pace fiscale per le partite Iva non decolla. È stata, infatti, bloccata la sanatoria degli avvisi bonari perché pur essendo stata prevista nel Decreto Sostegni, mancherebbe il modulo apposito per presentare la domanda. Il compito della sua predisposizione era stato affidato al Ministero dell’Economia il quale avrebbe dovuto emanare un apposito decreto. Circostanza che non si è concretata.

Sanatoria avvisi bonari partite Iva, brusco stop alla pace fiscale per colpa di un modulo

Euro
(Getty Images)

Si sarebbe fermato tutto per colpa di un intoppo burocratico. La sanatoria degli avvisi bonari di cui sono destinatarie le partite Iva non starebbe avendo luogo perché mancherebbe il modulo di autocertificazione.

Stando a quanto riporta il sito di Money.it, in mancanza di questo documento – da inoltrare all’Agenzia delle Entrate- non è possibile aderire a questa pace fiscale senza incorrere quindi nella maturazione di interessi o nella comminazione di sanzioni.

Il meccanismo era stato previsto dal Decreto Sostegni ed era stato demandato al Ministero dell’Economia l’onere di predisporre il documento a mezzo del quale l’istante dichiara di quali aiuti statali sarebbe già stato destinatario.

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All’interno degli avvisi bonari inviati ai titolari di partita Iva contenente la “Proposta di definizione agevolata” si leggerebbe in un allegato che pur possedendo i requisiti per accedervi, bisogna attestare di non aver superato il limite degli aiuti concessi dallo Stato attraverso il famigerato modello di cui ad oggi non si ha notizia. E ciò proprio in forza di quanto previsto dal Decreto Sostegni.

Questa autodichiarazione dovrà essere presentata prima della fine dell’anno, oppure se il pagamento di una rata o dell’intero importo dovuto è corrisposto dopo il 30 novembre, l’inoltro dovrà avvenire entro la fine del mese successivo al pagamento.

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Un mese quello di novembre, fiscalmente parlando, duro per le partite Iva le quali oltre a questo adempimento a cui non possono ottemperare, devono ricordare che il 30 novembre dovranno provvedere alla restituzione dell’Irap se non vogliono incorrere in sanzioni qualora abbiano fruito di saldo ed acconto rispettivamente nel 2019 e nel 2020. Non solo dovranno anche versare il secondo o unico acconto delle imposte sui redditi.

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