Prezzi benzina, perché il taglio delle accise non può essere la soluzione

In relazione ai prezzi della benzina, si parla molto della scarsa utilità mostrata dal taglio delle accise. Ma c’è una spiegazione in relazione a ciò, che mette in evidenza tutte le criticità che il perseguire questa strada comporterebbe.

Il listino dei prezzi ad una stazione di rifornimento
Il listino dei prezzi ad una stazione di rifornimento (Foto ANSA)

Prezzi benzina, l’esborso che abbiamo affrontato nel corso degli ultimi mesi è molto alto. Lo fanno sapere il Centro Ricerca e Studi di Alma Laboris Business Scholl e Consumerismo No Profit, che tirano in ballo cifre spaventose da ottobre 2021 a marzo 2022.

Si parla infatti di una spesa di ben 9 miliardi di euro in più rispetto a dodici mesi prima per fare rifornimento in media. I prezzi di benzina e diesel sono saliti in maniera esponenziale, e lo Stato si è assicurato ben 25 miliardi di euro grazie all’IVA e soprattutto alle accise sui carburanti. Per un aumento della spesa a famiglia calcolata di 347 euro nel 2022 per i soli carburanti.

Sono tanti i fattori che hanno portato a questo, tra la guerra in corso in Ucraina, l’aumento del prezzo del petrolio e molto altro. Difatti i rincari dei prezzi di benzina e gasolio si accompagnano a tanto altro, che si ripercuote con ulteriori e paralleli aumenti con le bollette e con diversi altri beni.

Prezzi benzina, tutte le criticità nel proseguire con il taglio delle accise

Il taglio delle accise non è risultato sufficiente, con i prezzi della benzina e del diesel che restano alti. Inoltre tale provvedimento rimarrà in vigore solamente fino al 30 aprile prossimo. E questo perché lo Stato non può rinunciare ai guadagni connessi, che servono per espletare diverse altre funzioni importanti.

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Le alternative sarebbero due, ed entrambe con conseguenze negative od utopistiche. O si rinuncia alle accise ma si favorisce in questo modo il deficit pubblico (scenario negativo) oppure si riduce in qualche modo la spesa (scenario utopistico).

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Perciò, al massimo, è auspicabile una proroga del taglio delle accise e dell’Iva per qualche altro mese ancora. Ma la cosa susciterebbe quasi sicuramente le rimostranze da parte di Assopetroli, che già non aveva reagito in maniera positiva al provvedimento varato lo scorso 19 marzo 2022 all’interno del Decreto Energia ter.

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