Rojadirecta, condanna e multa pesantissima: 500mila euro

Partite pirata in diretta: il tribunale emette la sentenza contro il fondatore della piattaforma Rojadirecta che per anni è stata leader

Screen Rojadirecta

Quando si volevano seguire gli eventi sportivi in diretta televisiva, soprattutto di calcio, ma le pay-tv avevano costi quasi proibitivi, in tanti per anni si sono rifugiati sul web alla ricerca – con grande rischio – di qualche sito che trasmettesse la gara live, ovviamente illegalmente.

Ci si accontentava di immagini di bassissima qualità, telecronache in lingua straniera e con interruzioni che mettevano a dura prova la pazienza degli spettatori che provavano a truffare il sistema delle tv a pagamento.

Sul web spopolava Roja Directa e per anni è stato un sito leader nel mondo della pirateria. Ma chi c’era dietro quella macchina che ha sottratto molti soldi alle grandi aziende del dello sport? Miguel T.G., il creatore che ora è stato condannato dal tribunale provinciale di Madrid a 2 anni di reclusione.

In più i giudici hanno stabilito anche che per due anni non potrà lavorare in ambito informatico e che dovrà anche sborsare 500 mila euro di risarcimento. Per diverse stagioni, come lui stesso ha riconosciuto, è stato autore di azioni pirata contro la Liga e Mediapro.

Partite pirata, il fondatore di RojaDirecta ha guadagnato milioni

Marca, il noto quotidiano sportivo spagnolo, riportando la notizia, scrive che è una delle più pesanti condanne mai comminate per violazione dei diritti di proprietà intellettuale. L’uomo però non andrà in carcere poiché la pena detentiva è stata sospesa grazie all’accordo che le parti hanno raggiunto.

Tutto sommato si può dire che il processo per l’imputato si è chiuso bene viste le basi di partenza. Poteva essere molto più pesante la sentenza di condanna. Inizialmente la pubblica accusa aveva chiesto sei anni di reclusione in carcere. Oltre che per Roja Directa Miguel TG ha ammesso di essere colpevole di tanti altri e numerosi reati contro la proprietà intellettuale anche con quattro siti che sono stati attivi per un periodo lungo ben cinque anni, dal 2013 al 2018.

Accedendo al sito gli utenti non pagavano e lo sanno bene anche le persone che in Italia, così come in altri paesi del mondo, hanno provato a vedere partite illegalmente. Ma nonostante la gratuità, l’uomo con la pubblicità è riuscito a guadagnare molti milioni.

Impostazioni privacy