Partita Iva, tutto quello che da sapere prima di aprirne una: i consigli

Prima di aprire una Partita IVA è bene effettuare alcune valutazioni al fine di trovare la soluzione migliore e che costi meno tasse a fine anno.

Partita iva consigli apertura
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La categoria dei liberi professionisti, numeri alla mano, in Italia è quella più vessata a livello di tasse. Una partita Iva a regime ordinario a fine anno può gravare notevolmente sul portafoglio. Fortunatamente, però, esistono delle soluzioni che accompagnano il contribuente nella sua fase di avviamento. È bene, quindi, conoscere tutti gli strumenti fiscali esistenti ed effettuare le opportune valutazioni prima di aprire una partita Iva al fine di non trovarsi brutte sorprese a fine anno.

Partita Iva, tutte le valutazioni da fare prima di aprirne una

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(Pexels – Pixabay)

Sono numerosi i liberi professionisti in Italia ed ognuno di loro è accompagnato dalla sua partita Iva. Prima di operare questa scelta, però, la maggior parte di essi si sarà consultata con un commercialista al fine di comprendere se effettivamente era la scelta giusta.

È bene partire dai potenziali guadagni e specificare che la partita Iva diviene obbligatoria quando questi superano i 5mila euro (al di sotto, come ben noto si può usufruire della ritenuta d’acconto). Al di sotto di tale soglia, quindi, di ricavi lordi annui, già si può iniziare ad escludere per convenienza la possibilità di aprirne una.

Regime fiscale, altro aspetto da non sottovalutare. Prima dell’ordinario, esiste il cosiddetto forfettario, un sistema agevolato che molto conviene. La flat tax al 15% è, infatti, una manna dal cielo per i giovani professionisti. Tuttavia ci sono dei requisiti per poterne usufruire? In primo luogo ricavi non superiori ai 65mila euro annui, mentre il costo annuo per lavoro dipendente ed accessorio non deve superare il tetto dei 20mila. Non solo, questo regime può essere sfruttato solo per 5 anni e nell’eventualità in cui si chiudesse prima la partita Iva di questo periodo, in caso di ripensamento non si potrebbe più utilizzare.

Da non sottovalutare anche i costi di apertura pari a zero e la comodità di poter agire per la sua apertura online. Vero è che dal primo luglio anche i soggetti a regime forfettario dovranno emettere fattura elettronica, ma non varrà per tutti. Ciò significa che a ridursi sono anche i costi relativi alla tenuta fiscale, considerato che per emettere fattura non è necessario l’ausilio di un consulente.

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