Clima di fiducia, ai minimi storici quello delle famiglie: l’analisi Istat

Anche a giugno il clima di fiducia delle famiglie è continuato a scendere raggiungendo minimi storici che non si toccavano dal novembre del 2020.

Fiducia imprese famiglie dati Istat
(cineberg – Adobe Stock)

Continua il drastico calo del livello di fiducia dei consumatori anche nel mese di giugno 2022 con valori che tornano a toccare i minimi storici registratisi nel novembre del 2020. A rilevarlo, come sempre l’Istat, il quale di contro ha però notato un aumento dell’indice del clima di fiducia delle Imprese che passa ad un 113,6 rispetto all’111 dello scorso mese confermando per la seconda volta il trend in salita.

Clima di fiducia, diminuisce quello delle famiglie ma aumenta quello delle Imprese

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L’Istat ha rilevato una nuova diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori anche a giugno 2022. Rispetto alla precedente rilevazione, infatti, si è passati da 102,7 punti a 98,3. Un valore che fa compiere un salto nel passato ritornando a quei minimi storici del novembre 2020. Diverso, invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese il quale balza dai 111 punti di maggio ai 113,6 punti odierni confermando per la seconda volta un trend in ascesa.

In linea generale, rappresenta l’Istituto di Statistica, tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sarebbero in forte calo. In primis a registrare i cali più importanti sarebbero il clima economico e quello corrente. Diverso, come già premesso, quello relativo alle Imprese che addirittura hanno registrato uno dei valori più alti dell’ultimo biennio superando addirittura la fiducia di dicembre 2021 in ogni indotto e nell’erogazione di servizi. In particolar modo, ottime sarebbero le risultanze del trasporto e magazzinaggio.

Tornando alle famiglie, rileva l’Istat, Il clima personale scende da 102,4 a 99,8 punti mentre il clima futuro da 99,8 a 98,8. Per l’Istituto, quindi, sarebbe pacifico il peggioramento di tutte le componenti che poi entrano a far parte del calcolo “dell’indicatore ad eccezione di quelle riferite al risparmio (opportunità di risparmiare nella fase attuale e possibilità di risparmiare in futuro)“.

Per le Imprese, la risalita più timida l’avrebbe registrata l’industria con il comparto manifatturiero e quello edile dove si è passati rispettivamente da 109,4 a 110 e da 158,7 a 159,7. Il settore dei servizi, invece, ha effettuato un notevole salto in avanti con una crescita per quelli relativi al mercato dal 103,8 al 109,1 e quelli del commercio al dettaglio da 105,8 a 107,2.

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