Gas, il maggior fornitore per l’Italia alza i prezzi: come faremo a pagare?

Gas e i rincari dei prezzi: vediamo cosa sta succedendo

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(foto Instagram)

Gas, un capitolo senza fine per le povere tasche degli italiani. Nell’ambito della situazione generata dalla crisi dei prezzi energetici e del conflitto in Ucraina non c’è pace. Le conseguenze derivanti dalle contromisure prese nei confronti della Russia hanno indotto molti paesi a ricercare forniture di gas alternative. La reazione russa è stata quella di ridurre le forniture del gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1 al 40% della sua capacità. E i paesi europei si sono rivolti agli altri paesi produttori di gas per sopperire alla progressiva perdita della fornitura russa.

Ultimamente il produttore statale algerino di petrolio e di gas Sonatrach sta negoziando per arrivare a beneficiare dei significativi aumenti del prezzo del gas a livello globale nei suoi contratti a lungo termine con gli acquirenti europei. Il ruolo dell’Algeria come fornitore di gas è di fatto divenuto strategico per l’europa meridionale, e sembra che la nuova posizione del paese nord africano lo abbia indotto ad approfittarne.

Algeria e il possibile aumento dei prezzi del gas: la situazione

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L’Algeria dunque sta studiando e valutando le diverse opzioni che potrebbero consentirle di aumentare i prezzi del gas. Una di queste valutazioni implica un collegamento parziale ai prezzi spot del gas nei contratti che da tempo sono legati al prezzo del Brent. E’ noto che le preoccupazioni europee e non solo hanno generato un aumento dei contratti di riferimento del gas olandese TTF tra l’80 e il 110%. E il Brent ha registrato + 55% nello stesso periodo di riferimento assimilabile allo scoppio del conflitto russo-ucraino.

L’Algeria quindi punta al TTF che prospetta guadagni nettamente superiori rispetto al Brent. Periodo difficile dunque per caricare il mercato, già provato dalla crisi, di queste speculazioni di revisione dei prezzi. L’Europa è impegnata a cercare di immagazzinare più gas possibile in vista del prossimo inverno a rischio di interruzione di fornitura di gas russo. Ed ora il quadro si complica ulteriormente con l’alzata di testa algerina. L’Italia in particolare deve fare i conti sui suoi 60 milioni di metri cubi di gas giornalieri che importa dall’Algeria.

L’aumento prospettato dalla possibile revisione algerina dei prezzi costerebbe molto caro al Bel Paese. Da scudo a questa eventualità arrivano i contratti in scadenza nel 2027 di ENI. Per i prossimi cinque anni non si dovrebbe concretizzare nessun aumento poiché le eventuali modifiche sono attuabili solo in fase di scadenza contrattuale. Intanto l’Europa è avvisata e la posizione di vantaggio dell’Algeria peserà non poco nel prossimo futuro.

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