Chi perde il diritto al Reddito di Cittadinanza nel 2023

Il popolare sostegno economico, nato all’incirca tre anni fa, potrebbe essere abolito per una certa categorie di persone.

reddito di cittadinanza 2023
(Adobe)

Il Reddito di Cittadinanza, in effetti, è una misura, istituita nel 2019 dal governo Conte, che non si può dire certo che sia stata poco discussa.

Anzi, al contrario, nel corso del tempo, si è visto che, purtroppo, si sono registrati dei casi in cui dei cittadini sono persino riusciti a prenderlo in maniera indebita. Naturalmente, c’è anche chi aveva tutte le ragioni per percepirlo, poiché impossibilitato a trovare un impiego.

Tuttavia, come si è accennato poc’anzi, i furbetti non sono mancati neanche stavolta, portando, per certi versi, a una situazione abbastanza fuori controllo.

Ebbene, a tal proposito, il nuovo esecutivo, capitanato, per l’appunto, da Giorgia Meloni, non ha mai nascosto che tale contributo economico, così com’è, non può andare bene.

Per questa ragione, quindi, già durante la campagna elettorale, la neo premier aveva parlato di possibili modifiche, in caso di vittoria.

Beh, a questo punto ci siamo, le elezioni sono state davvero vinte dalla leader di Fratelli d’Italia e, al momento, il disegno di legge di Bilancio ha quasi preso una forma più chiara.

Ma, vediamo, dunque, nelle prossime righe, di chiarire quali sono le intenzioni specifiche. In particolare, a quanto sembra, il Reddito di Cittadinanza non verrà cancellato completamente.

Gli occupabili e il RdC

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Tuttavia, si precisa che verrà elargito soltanto a tutti coloro che effettivamente sono in gravi condizioni di povertà e che non possono, per un motivo o per l’altro, trovarsi un’occupazione.

Al contrario, invece, quelli ritenuti occupabili, riceveranno il RdC solo per un circoscritto lasso di tempo fino al prossimo anno. In seguito, cioè a partire dal 2024, lo perderanno in maniera definitiva.

Comunque sia, chi sono veramente le persone dette occupabili? La risposta arriva dà, per l’appunto, il governo.

Rientrano in tale categoria, quindi, le persone tra i 18 e i 59 anni che sono in grado di lavorare e che non possiedono, all’interno del proprio nucleo familiare, disabili, minori o congiunti di almeno 60 anni d’età.

Per quanto riguarda, viceversa, le donne in gravidanza, pare proprio che le stesse continueranno a ricevere il sussidio.

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