INPS, Bonus e Pensioni: cosa cambia per i figli dal 2023

Tra le varie proposte avanzate in fase di manovra finanziaria si è parlato anche di Opzione donna, che lega l’età pensionabile al numero di figli.

Opzione donna proposta abolita manovra bilancio
(Pexels)

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si sa, ha particolarmente a cuore le famiglie e le donne. Per tale ragione, tra le varie proposte avanzate in fase di manovra finanziaria, hanno portato avanti anche la cosiddetta Opzione donna. Si tratta di una modalità di pensionamento che permetterebbe alle donne di andare in pensione a 58, 59 o 60 anni in base al numero di figli.

La proposta, però, è stata fermata e fino alla fine del 2023 si conserverà la attuale legislazione in materia di pensionamento delle donne. Nello specifico pensione anticipata per le lavoratrici con 35 anni o più di contributi e almeno 58 anni d’età per le dipendenti e a 59 anni per le autonome. I motivi per cui Opzione donna è attualmente in stand by sono numerosi e non riguardano soltanto la disponibilità dei fondi, di competenza del ministero dell’Economia.

Opzione donna potrebbe essere penalizzante: per questo deve essere accantonata

Alcuni esperti giuristi, infatti, hanno messo in evidenza la natura potenzialmente anticostituzionale e discriminatoria della manovra. E sarebbe proprio questa la ragione principale per cui la manovra deve essere accantonata. A livello economico, infatti, il ministero dell’Economia cui è stata portata all’attenzione la proposta ha messo in evidenza che non si tratterebbe di un problema di fondi.

La modifica sarebbe nata originariamente per ottenere dei risparmi restringendo la platea in base al numero di figli delle donne. In seguito, però, si è notato che i risparmi non sarebbero così determinanti. Si tratterebbe infatti di un centinaio di milioni di euro, cifra non esorbitante considerando i volumi complessivi della manovra.

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Diversa la questione riguardante la natura potenzialmente penalizzante della proposta, che all’opposizione hanno soprannominato Opzione mamma. Mentre il PD l’ha definita semplicemente discriminatoria, il Movimento 5 Stelle è andato oltre. Affermando che la manovra ha un “deciso sapore di Ventennio fascista che si infrange di fronte alla Costituzione“.

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