Pensioni, c’è un incentivo pesante per chi lascia il lavoro nel 2023

Pensioni, chi accede nel 2023 avrà un piccolo vantaggio rispetto a chi l’ha fatto a parità di condizioni lo scorso anno

Pixabay – Bonificobancaro.it

Una notizia negativa che però ha come conseguenza un effetto consolatorio. La speranza di vita degli italiani si è accorciata ma chi lascerà il lavoro quest’anno avrà pensioni più alte.

Ciò avviene per via del sistema contributivo di calcolo degli assegni che si basa sui cosiddetti coefficienti di trasformazione. Il meccanismo è il seguente. Quando il lavoratore giunge a fine carriera, ha accumulato un certo numero di contributi. Il coefficiente di trasformazione serve proprio a stabilire l’entità della pensione in base al numero di anni che si stimano l’assegno sarà versato.

Pensioni: di quanto aumenta quest’anno

Dunque si conseguenza, se la speranza di vita diminuisce, più alta sarà la pensione e viceversa. L’Inps ha effettuato il riconteggio per il biennio 2023-2024.

Avrà una pensione più elevata tra il 2 e il 3% chi lascia il posto quest’anno in base all’aspettativa di vita. Come riporta Il Messaggero che prendere ad esempio un 62enne che lascia il lavoro quest’anno, avrà 2,35% in più di pensione rispetto a chi è stato pensionato con le stesse condizioni nel 2022.

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La novità non coinvolge tutti i pensionati ma a buona parte di essi e a tutti quelli che hanno almeno una parte della loro pensione calcolata con il metodo contributivo. Ciò significa che si applica a pieno per chi ha comunicato a lavorare dal 1996 in poi.

È la prima volta che con i coefficienti di trasformazione la pensione aumenta invece che diminuire. Cos’ha portata a questo cambiamento? La pandemia ha avuto un ruolo fondamentale.

La pensione anticipata, sempre secondo le stime della Ragioneria nel 2012 con l’introduzione della legge Fornero, avrebbe dovuto essere percepita sia nel 2021 che nel 2022 con 43 anni e 6 mesi, nel biennio 2023-2024 con 43 anni e 8 mesi e nel 2025 e nel 2026, invece, con 44 anni.

Dopo dieci anni con una nota di aggiornamento i tecnici del ministero dell’Economia hanno sottolineato come i requisiti per accedere alle pensioni non dovrebbero subire incrementi, sia nell’età che nella contribuzione.

La riforma pensata dal governo

Per andare in pensione nel 2023 si applica la cosiddetta Quota 103 che prevede 62 anni di età anagrafica e 41 di contributi. Il governo ha però intenzione di riscrivere le regole per lasciare il lavoro con una riforma strutturale.

Piace l’idea di cambiare radicalmente il sistema, facendo considerare solo i contributi. Si vuole lavorare affinché si possa andare in pensione con 41 anni di contributi, al di là dell’età.

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Come per ogni iniziativa di questa portata, è fondamentale trovare la giusta copertura finanziaria. Importante è anche l’opinione dei sindacati e della Commissione europea.

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