Pensioni, arrivano aumenti e rivalutazioni. Cosa dobbiamo attenderci

Pensioni, aumenti e rivalutazioni: quali sono le novità a partire da questo mese: chi beneficerà di indennità più alte e di quanto

Pixabay – Bonificobancario.it

Come ogni anno i pensionati riceveranno un’indennità diversa rispetto ai dodici mesi precedenti. C’è infatti il sistema della rivalutazione, chiamato anche perequazione, che adatta le pensioni mensili in base all’inflazione.

Questa negli ultimi mesi è diventata la principale nemica non solo degli italiani ma di tutti gli gli abitanti del vecchio continente. Nell’area euro si aggira intorno al 10% (per la Commissione Ue il valore deve essere di circa il 2%) e solo nel nostro Paese viaggia al 12%.

Marzo dovrebbe essere il mese in cui gli assegni pensionistici saranno più alti secondo quanto previsto dalla manovra economica 2023. Di quanto saranno gli aumenti? I redditi da pensione fino a quattro volte il minimo (dunque 2.101,52 euro al mese lordi) potranno godere della rivalutazione al 100% al 7,3%. È infatti la percentuale stabilita tramite decreto dal governo a novembre scorso.

Pensioni in aumento con le rivalutazioni: i calcoli

Per gli assegni tra le quattro e le cinque volte il minimo la rivalutazione sarà dell’85%. Scende al 53% per gli assegni che si pongono tre le cinque e le sei volte e al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo. Segnate al 37% le pensioni tra otto e dieci volte e al 32% oltre le 10 volte. In sostanza per gli assegni lordi superiori a 5.253 euro al mese la rivalutazione sarà solo del 2,33% con la perdita di quasi cinque punti.

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La Manovra 2023 prevede solo per il biennio 2023-2024 una modifica del meccanismo della rivalutazione. Si baserà su sei scaglioni e non più su tre.

Abbiamo visto in percentuale, ora poniamo attenzione sulla cifra netta che si percepisce ogni mese:

Pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo significa fino a 2.100 euro: è in questo caso che si applica il 7,3%, il 100%;
Pensioni da 4 a 5 volte il minimo s’intende fino a 2.620 euro (85%);
da 5 a 6 volte il minimo: fino a 3150 euro (53%);
da 6 a 8 volte il minimo: 4200 euro (47%);
da 8 a 10 volte il minimo: 5250 euro (37%);
oltre 10 volte il minimo: da 5250 euro in su (32%).

Le minime

In aumento anche la pensione minima, sempre per il biennio 2023-2024, tredicesime comprese. C’è il riconoscimento alle pensioni di importo inferiore o uguale al trattamento minimo un ulteriore aumento che è dell’1,5% per il 2023 e del 2,7% per il 2024.

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In soldoni, la minima nel 2023 sarà di 570 euro nel 2023 e 580 euro nel 2024. Per chi ha la minima e almeno 75 anni, solo per l’anno in corso è previsto un aumento ancora del 6,4%: l’indennità sarà dunque di 600 euro mentre nel 2022 era stata di 525,38 euro.

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