Le multe se prelevi al bancomat: rischi 15mila euro

Se prelevi al bancomat devi rispettare delle leggi ben precise: cosa devi sapere prima di effettuare l’operazione

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La gestione dei soldi ha sempre creato grandi discussioni. A molti cittadini non piace l’idea che lo Stato debba controllare tali attività ma se le verifiche avvengono è per un motivo ben preciso.

Quando circolano troppi soldi in contanti c’è il pericolo che possa aumentare l’evasione fiscale e il riciclaggio. Per tale motivo si incentiva ad usare la carta (pensiamo ad esempio ai sistemi del cashback, abolito da Draghi, o della Lotteria degli Scontrini).

Una legge del 30 giugno scorso obbliga commercianti e professionisti ad accettare i pagamenti con la carta se il cliente preferisce questo metodo ai contanti. Si vuole dare una sterzata affinché si usino meno contanti, anzi, si voleva.

Con il governo Meloni le cose sono cambiante. Nella Legge di Bilancio è stata inserita la norma che prevede l’innalzamento della soglia di contati da 2mila a 5mila euro. Significa che fino a questa cifra è possibile ricevere pagamenti in contanti, purché in cambio venga data una regolare fattura. Ed è qui che avvengono i reati di evasione.

Se non si rispetta la legge a pagare sono entrambi i soggetti coinvolti, chi dà i soldi e chi li riceve. È prevista la sanzione di 1.000 per le persone fisiche e dai 3mila ai 15mila euro per i professionisti e le partite Iva.

Prelevi al bancomat: i limiti

Se è possibile pagare in contanti è ovviamente consentito anche versare e prelevare dal proprio conto. In questo caso la norma cosa dice? Non è possibile rispondere a questa domanda perché non esiste alcuna legge che imposte un limite uguale per ogni banca.

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Ogni istituto stabilisce la soglia oltre la quale non è possibile prendere contanti, che sia giornaliera o mensile. Nel primo caso, si farà riferimento alla somma prelevabile nell’arco delle 24 ore in un’unica o più operazioni. Invece per i limiti mensili si considera l’importo nell’arco di 30 giorni.

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La stessa banca può porre altre differenze anche in base al conto, alla carta in sé. Ad esempio, spesso oggi per rispondere alla concorrenza di conti online a tasso zero, si stabilisce un limite per i nuovi clienti senza commissioni. Dopo un certo periodo, sei mesi o un anno, il limite può cambiare e anche se resta immutato, bisogna pagare delle commissioni.

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