Indennità di accompagnamento, come verrà cambiata dal Governo Meloni

Il nuovo governo ha deciso di attuare una riforma in materia di indennità di accompagnamento per anziani non autosufficienti. Arriva l’Assegno Unico Anziani.

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(Franz P. Sauerteig – Pixabay; bonificobancario.it)

Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni ha dato l’ok al decreto delega che stabilisce nuove regole in materia di assistenzialismo agli anziani non autosufficienti. Già predisposto dall’esecutivo Draghi, il cosiddetto disegno di legge delega Anziani ha subito alcune lievi modifiche prima di essere approvato dal governo Meloni, pur ricalcando fondamentalmente quanto già approntato dallo scorso governo tecnico.

Il nuovo sistema di assistenza alle fasce di popolazione appartenenti alla terza età in condizioni di fragili e dipendenti dall’ausilio altrui dovrebbe ricalcare la falsa riga dell’Assegno Unico Universale. Quest’ultimo è un contributo che va a sostegno delle famiglie con figli a carico, fino ai 21 anni di età o senza limiti di età per i figli disabili. Esso inoltre cresce di valore in base al numero di figli presenti all’interno del nucleo familiare.

Indennità di accompagnamento in aumento: l’integrazione con il nuovo Assegno Unico Universale Anziani

Con il nuovo sistema dedicato all’assistenza anziani si andrebbe dunque a integrare l’attuale indennità di accompagnamento con un nuovo contributo. Che interesserà circa 14 milioni di italiani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti e destinati a raddoppiare entro il 2030. Proprio in materia di valutazione della condizione di fragilità il governo ha inoltre deciso di snellire il processo di verifica.

Le valutazioni attraverso le quali ricevere l’assegno passeranno dalle attuali 5-6 a 2, una nazionale e l’altra regionale. Tale riforma sarà coordinata dal Cipa, il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana. I fondi per attuare il nuovo piano assistenziale deriveranno dai risparmi di spesa sanitaria provenienti dal potenziamento dell’assistenza domiciliare. E anche dalle risorse stanziate con l’ultima Legge di Bilancio.

Il nuovo sistema assistenziale sarà attuato in due piani triennali:

  • uno per “l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione della fragilità nella popolazione anziana”
  • l’altro un “piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza nella popolazione anziana”.

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Infine ricordiamo che l’assistenzialismo in Italia ha subito grandi incrementi nel corso degli ultimi anni, andando a pesare sulle casse dello Stato con una spesa di circa 141 miliardi di euro.

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