Cartelle esattoriali, come controllare se tutto è ok

Cartelle esattoriali, la nuova Legge di Bilancio prevede delle norme che riguardano i debiti con il fisco: cosa bisogna sapere

Cartelle esattoriali
AdobeStock – Bonificobancario.it

La Legge di bilancio 2023 ha stabilito un’agevolazione per chi ha contratto debiti con il fisco a partire dal 1 gennaio dal 2000 fino al 2015. È la cosiddetta rottamazione quater.

Riguarda però i debiti fino a 1000 euro. Rientrano anche le multe non pagate provenienti per infrazione del Codice della Strada. Ma come fare a sapere quali sono le cartelle non pagate che potranno essere rottamata o cancellate?

Cartelle esattoriali: cosa prevede la norma

Vediamo cosa dice la Legge di Bilancio in merito. La manovra dà la possibilità di pagare la quota capitale (ciò proprio la parte che si deve allo Stato), senza gli interessi e le sanzioni.

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Il cittadino interessato dovrà presentare domanda all’Agente di riscossione e ha tempo fino al 30 aprile 2023. Essendo di domenica, però, e il giorno successivo ancora festivo, il termini ultimo slitta al 2 maggio.

Al momento non si sa ancora cosa bisogna fare per presentare l’istanza poiché le modalità sono ancora ignote. Di certo è che si avrà la possibilità di scegliere se pagare una sola soluzione o in 18 rate.

Se si sceglie la prima opzione, il pagamento dovrà essere coperto entro il 31 luglio 2023. Nel secondo caso, invece, le prime due rate avranno scadenza il 31 luglio 2023 e 30 novembre 2023. Per le restanti 16 rate ci sarà tempo per 4 anni: il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno a decorrere dal 2024.

Sulle rate successiva alla prima, però, ci saranno gli interessi. Nel caso non si dovesse pagare anche una sola rata, si perderà il beneficio. Non resta che attendere i prossimi mesi. Infatti l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) l’importo e le scadenze entro il 30 giugno di quest’anno.

C’è però una differenze che i debito sono verso le amministrazioni centrali, quindi lo Stato, o le amministrazioni locali come i Comuni.

Sempre entro i 1.000 euro, nel primo caso c’è lo stralcio, ossia l’azzeramento totale di quota capitale, interessi e sanzioni. Verso gli enti locali, invece, lo stralcio interessa solo interessi e sanzioni.

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I Comuni e le Regioni, però, con apposita delibera, anche non ammettere proprio lo stralcio e dunque chiedere i pagamento di tutto come hanno già stabilito alcune amministrazioni.

 

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