A chi spetta ancora lo smart working fino al 30 giugno

Il cosiddetto lavoro agile ha conosciuto una nuova proroga approvata recentemente. Vediamone, dunque, i particolari.

smartworking 30 giugno
Pc (Adobe) – Bonificobancario.it

Lo smart working è una modalità che permette, per l’appunto, di svolgere il proprio lavoro lontano da un ufficio o una sede lavatorativa.

Una possibilità che, in effetti, è stata resa fattibile grazie al sopraggiungere soprattutto delle nuove tecnologie, sempre più raffinate e intelligenti.

Ciò, per l’appunto, da modo ai lavoratori di non recarsi necessariamente sul posto di lavoro quando non ce n’è più che bisogno. Questa tendenza, forse, molti hanno iniziato a conoscerla durante il turbolento anno 2020.

Ricordiamo, infatti, che numerosi italiani si sono visti costretti a sbrigare i propri compiti prettamente da casa quando eravamo nel periodo del lockdown.

Tuttavia, forse non tutti sanno che lo smart working esisteva già in Italia ben prima della pandemia causata da Covid-19. Eh sì, perchè è stato precisamente nel 2017 che lo Stato italiano lo ha regolamentato tramite la legge 81.

Comunque sia, al giorno d’oggi, nonostante i divieti siano stati cancellati, molte aziende continuano a fare uso di questa forma di lavoro per diversi motivi.

In effetti, alcuni vantaggi non si può negare che ci siano. A tal proposito, possiamo considerare la migliore conciliazione tra vita privata e professione, ma poi, ancora, la maggiore produttività e soddisfazione dei dipendenti.

La proroga del lavoro agile

Insomma, si può dire che, alla fine della fiera, questa condizione sia stata apprezzata in particolare da certe categorie. Detto ciò, peraltro, di recente, è stata decisa una proroga fino al prossimo 30 giugno.

Questa soluzione, infatti, è stata approvata dalle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato.

E, a tal proposito, bisogna anche sottolineare che verrà concessa non soltanto ai lavoratori fragili. A poter usufruire del lavoro agile, quindi, saranno anche i genitori che hanno figli con età inferiore ai 14 anni.

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Anche se, in verità, c’è una distinzione da evidenziare. Nel primo caso, infatti, sarà concesso sia nel settore pubblico che in quello privato, e nel secondo, invece, solo in quello privato.

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