Riforma fiscale 2023, chi ci guadagna: lo studio

Riforma fiscale 2023, le aliquote passano da quattro a tre: quali sono i redditi che ottengono maggiori benefici dal nuovo sistema

Riforma fiscale 2023
Pixabay – Bonificobancario.it

Il Consiglio dei Ministri guidato da Giorgia Meloni ha approvato la nuova riforma fiscale che va a modificare il sistema Irpef. Lo aveva già fatto il governo Draghi che aveva ridotto le aliquote da cinque a quattro. L’attuale esecutivo ha apportato un ulteriore taglio, creando un sistema a tre aliquote.

Questo è l’aspetto che più interessa agli italiani perché in base alla fascia economica di appartenenza si applica un’aliquota, ossia la percentuale di tasse che si pagano sui redditi dichiarati.

Riforma fiscale 2023: lo studio dei commercialisti

La Fondazione nazionale commercialisti ha realizzato uno studio con il quale ha valutato l’impatto distinguendo tre diverse categorie di lavoratori: chi ha un reddito da dipendente, da autonomo o da pensionato. Quattro sono le diverse soglie reddituali: 20mila euro, 35mila euro, 50mila euro e 60mila euro. Per valutare le differenze con il nuovo sistema, la Fondazione realizzato un paragone con le attuali aliquote.

Innanzitutto vediamo qual è l’attuale sistema con quattro aliquote.

Per i redditi fino a 15mila euro si applica l’aliquota al 23%;

da 15mila a 28mila, 25%;

da 28mila a 50mila, 35%;

da 50mila euro a salire, 43%.

Il sistema pensato dal governo non tocca la prima e la quarta aliquota. Unisce invece le “centrali”, la seconda e la terza. In pratica nasce un unico grande scaglione da 15mila a 50mila euro, con aliquota al 27%.

Per i redditi più bassi, quelli di 20mila euro, si potrebbe subire una perdita di 150 euro oppure risparmiare fino a 100 euro. L’abbassamento di sette punti percentuali di quella che è attualmente la terza aliquota (23% fino a 15mila euro, 27% fino a 50mila e 43% oltre 50mila) potrebbe portare ad una perdita di 150 euro. Nel secondo caso, un risparmio potrebbe esserci in tutti gli altri scaglioni di reddito, ma con guadagni differenziati: di appena 100 euro per chi ha un reddito di 35mila euro, mentre chi percepisce redditi più alti potrebbe risparmiare fino a 1.150 euro.

Esiste però anche un altro scenario che prevede tre aliquote Irpef al 23% fino a 28mila, una secondo al 33% fino a 50mila e al 43% oltre questa cifra. In questo caso andrebbero a guadagnarci tutti i lavoratori, ma in misura diversa.

Il giudizio della Fondazione

Un reddito di 20mila euro potrebbe risparmiare 100 euro, mentre per un reddito di 35mila euro il risparmio sarebbe di 400 euro e anche 700 per quelli più alti. Insomma, guadagnerebbe chi ha redditi più alti come ha affermato la stessa Fondazione. Ha però precisato che “in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse. Tutto dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax area”. Non solo. Da valutare anche il sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili”.

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