Postepay, l’inganno della ricarica: svuotato il conto di un pensionato

Una nuova e drammaticamente geniale truffa mette a repentaglio la sicurezza delle Postepay. Il caso di un pensionato del Nord Italia

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Postepay (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Ormai è risaputo. Le truffe online possono accadere a chiunque e in qualunque momento del giorno e delle notte. Non sono più casi isolati ma una vera e propria emergenza economica e sociale. E coprono tutte le fasce d’età. Dagli estremamente anziani agli estremamente giovani. Un po’ come i giochi di società, dai tre ai novantanove anni. Basta avere dei soldi da parte in un qualsiasi formato digitale per poter essere potenziali prede.

Basta un attimo di distrazione, e il gioco è fatto. Loro in fondo sono dei maghi. Abituati a truffare chiunque non hanno problemi a far cadere anche il più attento degli utenti. Comincia di solito tutto con un link che viene cliccato. Questo arriva o tramite chiamata, mail ma anche tramite SMS.

Insomma, tutto ciò che utilizziamo giornalmente. Si clicca questo link, allegato ad un messaggio dalla parvenza estremamente reale. “stiamo aggiornando i sistemi, vi invitiamo a fare l’accesso per permetterci di spostare i vostri dati sulle nuove piattaforme”, o cose simili.

Postepay, la truffa della ricarica

E dato che il link porta direttamente ad una copia perfetta della piattaforma ufficiale, la gente, giustamente, ci casca. E tac, un piccolo errore può costare centinaia di euro. Come è successo al pensionato sessantaseienne in provincia di Como. Questo aveva iniziato a caricare, tramite PostePay, i conti di un romano trentunenne.

Il giovane lo aveva raggirato con la solita truffa facile. Ma l’uomo stava praticamente investendo la pensione. Un caso simile nella stessa zona risale allo scorso anno, ma in questo caso il colpevole ha ventinove anni. Questo, tramite una serie di raggiri, aveva convinto la vittima ad accreditare sul suo IBAN una somma di 500 euro per una polizza assicurativa, che ad oggi risulta inesistente.

Come potete vedere, non bisogna essere nulla di particolare per cadere in inganno. Chi vi trova sa come usare le parole e sa anche come le userete voi. Ma ricordate che la vostra banca o le Poste Italiane, non vi chiederanno mai di fornire i vostri dati.

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